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Carceri, monta la protesta della polizia penitenziaria contro il governo

Forte l'agitazione dei sindacati che tutelano il corpo di agenti. Le loro richieste alle istituzioni

Non è mai finita l’emergenza umanitaria che vive e prospera all’interno delle carceri campane, in particolare nel penitenziario napoletano di Poggioreale. La Polizia penitenziaria è sul “piede di guerra” per protestare contro le condizioni degradanti nelle quali sono costretti a lavorare gli agenti del Corpo.

IL COMUNICATO  “Stato di agitazione e interruzione relazioni sindacali Regione Campania. Manifestazione di protesta unitaria e richiesta di convocazione urgente.

Le scriventi OO.SS. nel tentativo di scongiurare una situazione di pericolo per la tenuta del sistema penitenziario Campano rappresentano alle SS.LL. quanto segue:

da diversi giorni il personale di Polizia Penitenziaria in servizio presso gli istituti della regione sta manifestando, attraverso l’astensione della mensa ordinaria di servizio, contro il perdurante immobilismo dell’Amministrazione Penitenziaria, per far emergere il disagio che pervade l’intero Corpo di Polizia Penitenziaria che quotidianamente presta servizio in condizioni proibitive all’interno dei vari Istituti Penitenziari, per motivi connessi al forte sovraffollamento detentivo e alla grave carenza di risorse umane.

La forma di protesta, già iniziata presso gli istituti di Santa Maria Capua Vetere, Ariano Irpino, Napoli Poggioreale e Secondigliano, si sta estendendo gradualmente anche negli altri Istituti Penitenziari della Regione, con i Poliziotti Penitenziari che rivendicano il ripristino delle condizioni di sicurezza necessarie per poter espletare con dignità e serenità il proprio lavoro.

Sempre più spesso nelle carceri campane contiamo gravissimi eventi critici che vedono spesso soccombere i Poliziotti Penitenziari, sempre più soli e privi di adeguati strumenti di difesa. Tutto ciò accade nella pressoché totale indifferenza dell’Amministrazione Penitenziaria, dalla quale ci si aspetterebbe una presa di posizione forte e determinata a sostegno degli uomini e delle donne in divisa.

Riteniamo che sia giunto il momento di indignarsi con determinazione per quanto sta accadendo quotidianamente negli Istituti Penitenziari, per mostrare alla politica assente e ad una Amministrazione Penitenziaria silente, le pessime condizioni lavorative ed organizzative degli Istituti Penitenziari, dotati di organici sottodimensionati rispetto alle reali necessità, gravati da carichi di lavoro che il personale di Polizia Penitenziaria è costretto da tempo a sopportare e che, nonostante tutto, affronta quotidianamente con la consueta dedizione.

In questo clima, già esasperante, il confronto con le istituzioni latita, le relazioni sindacali sono sempre più rarefatte e non è possibile garantire l’applicazione corretta dei protocolli di intesa locali vista la carenza sempre più massiccia di uomini e mezzi, aggravata dall’ultimo D.M. del 02/10/2017 recante le nuove dotazioni organiche che ha ridotto di circa 750 unità la forza presente in Campania e di circa 4000 unità a livello nazionale. Nei più grandi istituti penitenziari della Campania non si riescono a garantire gli adeguati giorni di ferie necessari per il recupero psicofisico del personale, ormai stremato dagli eccessivi carichi di lavoro.

La nuova ripartizione delle dotazioni organiche a livello nazionale, ha fortemente penalizzato in particolar modo la regione Campania, unica realtà del panorama nazionale in cui operano esclusivamente Nuclei Provinciali ed Interprovinciali che assorbono centinaia di unità di Polizia Penitenziaria impegnate quotidianamente nei servizi di traduzione e piantonamento di detenuti per lo più appartenenti al circuito Alta Sicurezza. Ne consegue un notevole aggravio dei carichi di lavoro dei poliziotti attualmente operanti che fa leva esclusivamente sullo spirito di sacrificio degli stessi che per adempiere al proprio dovere espletano sistematicamente cospicue ore di lavoro straordinario, viaggiando con scorte sottodimensionate con grave pregiudizio per la sicurezza.

Inoltre, il regime detentivo aperto sta mostrando ogni giorno di più le sue lacune visto il notevole aumento di eventi critici dall’inizio dell’anno. Non è, infatti, ipotizzabile dare attuazione un programma di ammodernamento del sistema penitenziario e dell’esecuzione penale secondo i nuovi canoni senza un investimento in termini di potenziamento numerico delle piante organiche presenti in Regione ed un adeguamento tecnologico e strutturale degli Istituti Penitenziari.

Persistendo questo degradante e mortificante quadro del sistema penitenziario campano, il Personale di Polizia Penitenziaria è costretto quotidianamente a svolgere turni di servizio non inferiori alle otto ore giornaliere, con notevole consumo di lavoro straordinario (di incerta remunerazione a causa dell’ulteriore e preannunciato taglio sui fondi anche di questo capitolo di spesa). Tutto ciò testimonia, senza possibilità di essere smentiti, l’inadeguatezza delle dotazioni organiche stabilite con il D.M. del 2 ottobre 2017 che, pertanto, necessità di una imminente rivisitazione.

Oramai in quasi tutte le realtà detentive della regione il Personale opera già ai livelli minimi di sicurezza durante le ore antimeridiane, e si riduce ai minimi termini nei turni pomeridiani e notturni, con un’inferiorità numerica rispetto alla popolazione detentiva che espone il Personale di sezione al concreto pericolo di restare vittima di quegli stessi eventi critici che deve impedire e fronteggiare. Viste le condizioni attuali, è legittimo preoccuparsi per la sicurezza interna ed esterna al carcere, ed è doveroso investire di tale difficile situazione anche le Autorità competenti a garantire l’ordine e la sicurezza sul territorio.

Le OO.SS. non solo sono perplesse ed amareggiate dall’atteggiamento evasivo dell’Amministrazione Penitenziaria testimoniato dalla mancanza di riscontri alle nostre rivendicazioni e ai nostri continui solleciti, ma sono seriamente preoccupate perché, a breve, ci si troverà nell’impossibilità di gestire adeguatamente le carceri, sempre più congestionate, con grave nocumento per la sicurezza della collettività. La cronaca quotidiana ci racconta di aggressioni, rivolte, oltraggi che si susseguono ormai con una frequenza allarmante. Le risorse umane scarseggiano, le integrazioni di personale sono di gran lunga inferiori ai pensionamenti, in considerazione del mancato turn over dovuto al taglio delle dotazioni organiche. Gli organici sempre più ridotti costringono i nostri colleghi a ricoprire con una preoccupante sistematicità più posti di servizi con carichi di lavoro sempre più insostenibili.

In considerazione di quanto sopra delineato, appare, quindi, superfluo evidenziare che la suddetta situazione si ripercuote gravemente sulle attività istituzionali e sulla pianificazione dei servizi quotidiani i quali vengono portati a termine solo grazie agli sforzi quotidiani e ai sovraccarichi di lavoro che il personale di Polizia Penitenziaria quotidianamente pone in essere mettendo a rischio la propria salute ed esponendo a continui pericoli la propria incolumità. Da tutto ciò ne deriva un quadro preoccupante che necessita indifferibilmente di un immediato intervento risolutore da parte degli organi competenti.

Per questi motivi le Segreterie Regionali delle scriventi OO.SS. hanno costituito una larga intesa per porre in essere ulteriori azioni di lotta sindacale, necessarie per consentire alla Polizia Penitenziaria di svolgere i compiti affidati dall’ordinamento giuridico con efficienza ed efficacia. Nello specifico, queste compagini sindacali, congiuntamente, proseguiranno lo stato di agitazione con relativa interruzione delle già inesistenti relazioni sindacali annunciando sin d’ora che, a partire dai primi giorni di marzo, porranno in essere un presidio H/24 in prossimità di sedi istituzionali con attuazione della protesta dello SCIOPERO DELLA FAME dei componenti delle Segreterie Regionali sindacali.

Questa rappresenterà inoltre l’occasione per chiedere all’Opinione Pubblica, a tutti i Cittadini e ai mass-media di aiutarci e di sostenere questa nostra protesta, in quanto una Società è degna di essere denominata “civile” solo se anche le sue Carceri siano in grado di garantire dignità di vita a chi è recluso, e condizioni di lavoro accettabili alla Polizia Penitenziaria, che in tali luoghi svolge la sua difficile ed importante attività.

Si sintetizzano di seguito le richieste delle scriventi OO.SS.:

➢ Revisione delle dotazioni organiche, assottigliate dall’ultimo taglio previsto dal D.M. del 02/10/2017, sia degli Istituti Penitenziari che dei Nuclei Traduzioni e Piantonamenti con relativa suddivisione e scorporamento tra le stesse;

➢ Garanzia nella remunerazione del lavoro straordinario e del servizio missioni;

➢ Decongestione degli Istituti Penitenziari campani per garantire alti livelli di sicurezza dei e condizioni di vivibilità all’interno delle carceri;

➢ Adeguamento e potenziamento delle strutture, degli automezzi e degli strumenti tecnologici;

➢ Immediata assegnazione di personale presso gli istituti penitenziari campani per far fronte all’attuale stato di emergenza e ripristinare condizioni di lavoro dignitose al fine di garantire il giusto recupero psicofisico ai poliziotti penitenziari;

➢ Interventi normativi urgenti che rendano applicabili le modifiche apportate a seguito della chiusura degli O.P.G. e successiva istituzione delle sezioni di Articolazione per la Salute Mentale per detenuti con problemi psichiatrici;

➢ Adeguamento e potenziamento delle strutture e del personale sanitario all’interno degli Istituti Penitenziari al fine di garantire il diritto alla salute per i detenuti ristretti e nel contempo ridurre allo stretto necessario l’ormai sistematico ricorso alle traduzioni degli stessi presso strutture ospedaliere esterne con notevole dispendio di risorse umane e pericolo per la sicurezza.

In attesa di un urgente riscontro si porgono Distinti saluti“.

Carceri, monta la protesta della polizia penitenziaria contro il governo
foto di repertorio