Dal 20 gennaio è disponibile il primo volume del “Diario di un Omo Aña”: un punto di partenza nel vasto mondo della liturgia del Batà strumento principe della Regla de Ocha nota anche come Santeria Cubana.
In questo primo volume del libro si troveranno chiariti alcuni concetti ed aspetti importanti del cerimoniale detto Tambor e la trascrizione di tutti i toque specifici con i canti associati ad essi. Un lavoro che nasce dall’idea di condividere, dopo anni di ricerche ed esperienze a Cuba e in Africa e nel mondo, una tradizione antica ma tramandata quasi solo oralmente, di cui questo libro vuol essere solo una piccola espressione delle tante verità, un punto di vista che fissa solo un momento all’interno di una tradizione in continuo movimento.
Ma è l’app BatApp collegata al libro la vera novità, che promette di essere uno strumento unico e innovativo per approcciare alla musica attraverso la tecnologia, accessibile a tutti, semplice e gratuita. L’idea nasce dalla necessità di creare un supporto audio alle partiture presenti nel libro, così con un semplice clic su un mixerino si avrà la possibilità di ascoltare le singole tracce per poter concentrare lo studio sui singoli strumenti o solo sul canto, o sulla melodia nella sua interezza.
https://www.youtube.com/watch?v=CGkPxmsq0qc
Pensata non solo per i percussionisti ma anche per tutti i musicisti, ballerini e cantanti, essa si avvale della voce del cantante Javier Pina degli Abbilona, della ballerina e cantante cubana Katia Lopez, del supporto tecnico di Phantasia, della sponsorizzazione di Animalero Articoli di Santeria ma soprattutto dell’esperienza, della professionalità e della passione di Paolo “Batà” Bianconcini, da sempre ispirato e visionario nei suoi progetti, possiamo essere certi che con lui le sorprese non finiranno qui.
Inoltre di seguito il link in anteprima del nuovo videoclip dell’ultimo singolo “Lassa stà” tratto dall’album “Dont’ stress” uscito circa un anno fa. Il testo è in napoletano ma l’idea di fondo è universale: non esistono diversità, in un momento in cui il tema dell’immigrazione e del razzismo sono purtroppo attuali. Interamente girato nel centro storico di Napoli, con la regia di Mario Schiano, vede la collaborazione della comunità Senegalese, di quella Srilanchese oltre a quella napoletana, a sottolineare che siamo tutti uguali, e che la nostra città è una città di accoglienza.