E’ stato arrestato mentre camminava in una strada di Santa Cruz de La Sierra in Bolivia. Finisce dopo pochi mesi la latitanza di Cesare Battisti, l’ex terrorista di 64 anni ricercato dallo scorso dicembre. “Il piccolo regalo sta arrivando” questo il messaggio inviato via Twitter da Eduardo Bolsonaro, deputato federale e figlio del presidente brasiliano Jair Bolsonaro, al ministro dell’Interno: Matteo Salvini.
Battisti è stato arrestato alle 17 di sabato (le 22 in Italia) da una squadra speciale dell’Interpol composta da investigatori italiani e brasiliani. La notizia della cattura è stata confermata da fonti italiane e dall’ambasciatore italiano in Brasile, Antonio Bernardini, che ha celebrato la cattura dell’ex terrorista latitante da dicembre affermando: “E’ stato preso! La democrazia è più forte del terrorismo”.
L’ex membro dei Proletari armati per il comunismo (Pac) non avrebbe opposto resistenza. Caricato in macchina e accompagnato in una caserma della polizia, Battisti non avrebbe proferito parola. Indossava pantaloni e maglietta di colore blu, un paio di occhiali da sole e barba finta.
Battisti aveva fatto perdere le tracce di sé dopo la decisione del magistrato del Supremo Tribunale Federale (Stf) brasiliano Luis Fux che il 13 dicembre ne aveva ordinato l’arresto per “pericolo di fuga” in vista di una possibile estradizione in Italia, concessa nei giorni seguenti dal presidente uscente Michel Temer prima dell’insediamento di Jair Bolsonaro il primo gennaio 2019.
Adesso potrebbe essere estradato nelle prossime ore in Italia. Secondo quanto riferiscono fonti di governo all’ANSA, le autorità stanno valutando se l’estradizione di Battisti debba avvenire direttamente dalla Bolivia – dove è stato catturato – o via Brasile.
Nato a Cisterna di Latina il 18 dicembre 1954, Battisti è un ex terrorista italiano[attivo durante gli anni di piombo. Evaso dal carcere nel 1981 dopo essere stato condannato a 12 anni in primo grado per banda armata, è stato condannato in seguito all’ergastolo in contumacia per partecipazione a quattro omicidi. Ha ricevuto asilo fuori dei confini italiani come rifugiato politico e ha svolto l’attività di scrittore di romanzi noir.
E’ stato condannato all’ergastolo, con sentenze passate in giudicato, per quattro delitti, due commessi materialmente, due in concorso con altri (concorso materiale in un caso, morale nell’altro, secondo la legislazione d’emergenza degli anni di piombo), oltre che per vari reati legati alla lotta armata e al terrorismo. Battisti afferma la propria innocenza per quanto riguarda gli omicidi, oltre ad aver richiesto una soluzione di amnistia per il periodo 1969-1990. Dagli anni ’90 si è dedicato alla letteratura, ottenendo un discreto successo con romanzi noir e d’ispirazione autobiografica. Trascorse la prima fase della sua latitanza in Messico e in Francia, dove beneficiò a lungo della dottrina Mitterrand, si sposò ed ebbe due figlie, ottenendo la naturalizzazione, poi revocata prima che gli venisse conferita la cittadinanza, infine in Brasile dal 2004.