Dopo l’ennesima figuraccia mondiale del calcio italiano, con il tifoso morto in seguito agli scontri che hanno preceduto Inter-Napoli e gli ululati razzisti rivolti al difensore partenopeo Kalidou Koulibaly, arrivano i soliti proclami che lasciano il tempo che trovano.
Istituzioni politiche e calcistiche in prima linea contro il razzismo e la violenza dentro e fuori gli stadi annunciano massima fermezza, sanzioni esemplari. Proclami propagandistici che come spesso accade vanno nel dimenticatoio dopo poche settimane.
Chi era a San Siro, in campo e sugli spalti, ha raccontato di ululati razzisti andati avanti per tutto l’arco della gara. Chi era davanti alla tv non ha capito nulla o quasi perché Sky Sport, per linea editoriale, tende silenziare tali cori “per evitare di fare da propaganda, per non enfatizzare e quindi alimentare l’effetto emulazione”.
Durante la gara sono state ben tre le segnalazioni del Napoli al delegato del ministero dell’Interno presente a bordocampo ma, annunci via altoparlante a parte, non è accaduto nulla. L’arbitro Mazzoleni di Bergamo ha ritenuto opportuno non sospendere temporaneamente la gara per qualche minuto così come in passato hanno fato i suoi colleghi Claudio Gavillucci e Massimiliano Irrati.
A fine partita Ancelotti così ha commentato lo spettacolo vergognoso: “Ci sono stati ululati tutta la partita, abbiamo chiesto la sospensione e abbiamo avuto tre annunci, poi la partita è andata avanti. Ci dicano quanti annunci servono, la prossima volta ci fermiamo noi. Siamo disposti a farlo, anche se poi ci danno la partita persa”.
Il precedente. L’ultimo arbitro che ha interrotto una gara di serie A, esattamente Sampdoria-Napoli del 13 maggio scorso, oggi si ritrova a dirigere le partite degli Allievi regionali.
Stiamo parlando di Claudio Gavillucci di Latina, l’arbitro che fino alla passata stagione era uno dei protagonisti in serie A. Poi al termine della stagione è stato bocciato dalla Commissione arbitrale di serie A. “Dismesso per motivate ragioni tecniche”. Motivazioni che lo stesso Gavillucci, che quando sospese Samp-Napoli per i cori discriminatori nei confronti dei partenopei fu costretto a subire diverse polemiche, ha deciso di approfondire rivolgendosi a un avvocato e annunciando ricorso per la decisione presa dai vertici dell’Aia.
Per l’ex arbitro Luca Marelli la decisione presa dall’Aia non avrebbe nulla a che vedere con la partita Sampdoria-Napoli. Gavillucci è stato retrocesso per “motivate ragioni tecniche” in seguito a graduatorie di merito compilate in base alla prestazione degli arbitri ma mai rese pubbliche dall’Aia.
Secondo Marelli, Gavillucci non meritava la retrocessione perché aveva portato a termine una stagione senza errori eccessivi, facendo meglio di diversi suoi colleghi del Can di serie A.
“La dismissione di Gavillucci – spiega Marelli – può sembrare incredibile, ma, in fondo, è semplicemente ciò che capita spesso ad arbitri dismessi dalle categorie nazionali. Anche il sottoscritto, dopo aver dovuto lasciare la massima categoria nazionale, per un breve periodo ha arbitrato nel CSI comasco, in sperduti campetti in terra battuta, spinto dalla passione per l’attività”.