Volevano imporre il racket alla nuova ditta per la raccolta dei rifiuti soldi urbani. Dopo vari tentativi diplomatici, in seguito al rifiuto del titolare, il clan Moccia sarebbe passato alla vie di fatto dando fuoco a uno dei mezzi utilizzati dall’azienda.
All’alba di oggi i Carabinieri del Nucleo Investigativo di Castello di Cisterna hanno dato esecuzione a un’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal Giudice per le indagini preliminari di Napoli su richiesta della locale DDA a carico di 5 persone, tutte ritenute affiliate al clan camorristico dei Moccia e responsabili, a vario titolo, di tentata estorsione continuata, porto abusivo di arma da fuoco e danneggiamento seguito da incendio aggravati dal metodo mafioso.
Articolata attività investigativa coordinata dalla DDA di Napoli ha consentito di delineare le responsabilità di una articolazione del clan Moccia in ordine a un raid incendiario contro la ditta aggiudicataria dell’appalto per la raccolta dei rifiuti solidi urbani ad Afragola per costringere il titolare al pagamento del pizzo al clan.
L’atto intimidatorio era stato perpetrato l’11 agosto 2017 dopo l’ennesimo tentativo estorsivo cui il titolare della società non aveva dato seguito. Tre esponenti del sodalizio, sulla scorta di precise disposizioni impartite dai vertici del gruppo, avevano fatto irruzione nell’area di stazionamento dei mezzi e dopo aver intimato con la minaccia delle armi agli autisti di scendere dai veicoli, avevano appiccato il fuoco a un autocompattatore.
I NOMI – Destinatari delle misure cautelari sono Michele Puzio detto “Occione”, Domenico Cimini detto ‘o prevete, Giuseppe Puzio detto ‘o boia, Pasquale Carreste detto “Lino a quercia”, Antonio Virtuosi detto ‘o gemello, ritenuti responsabili di un raid incendiario contro la ditta “Go Service SCARL”, aggiudicataria dell’appalto della raccolta dei rifiuti solidi urbani nel comune di Afragola, al fine di costringere il titolare al pagamento della tangente al predetto clan.
