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De Guzman, duro attacco al Napoli: “Hanno mentito sulla mia salute, ho avuto un pugno da Giuntoli”

Il centrocampista olandese ex Napoli ha raccontato degli incredibili retroscena dei tempi in cui giocava in azzurro

I problemi di salute e un periodo calcistico che stentava a decollare. Sarà poco ricordato dai tifosi napoletani Jonathan De Guzman, centrocampista arrivato in azzurro durante l’era Benitez. Proprio oggi sta girando in rete una sua intervista davvero clamorosa che ha fatto luce su quel periodo.

In attesa di una risposta della SSC Napoli a riguardo, il portale olandese de Volkskrant, ha pubblicato il racconto di De Guzman che è davvero scioccante. Si è trattato di errori medici commessi di proposito, imposizioni da parte della società azzurra in merito al mercato e addirittura di un violento litigio con il Ds Cristiano Giuntoli che avrebbe colpito l’olandese con un pugno.

Ecco la ricostruzione della vicenda riportata da Tuttonapoli.

LA SALUTE – Avevo un problema allo stomaco, delle fitte dolorose. Sono stato messo a dieta, meno carboidrati, mi sono riposato. Il dolore continuava a tornare. Scansioni e test di risonanza magnetica non davano risultati. Benitez ha detto: vai da un altro dottore. Ma quello non era permesso dal club, De Nicola aveva il potere“.

“NON MI CREDEVANO” – “Il dottore del club De Nicola aveva dichiarato De Guzman in forma“, ha scritto il portale olandese  che ha riportato ancora altre dichiarazioni di De Guzman: “Ero malato. Sono un giocatore con grande dinamismo. Ma se invece di più di 10 chilometri puoi camminare solo 6 chilometri, allora un allenatore non ti vuole. Al Napoli non credevano che avessi avuto problemi. Pensavano che l’avessi inventato. Mi è stato detto così spesso che ho iniziato a dubitare dei segnali del mio stesso corpo“.

TRATTATIVA CON IL SUNDERLAND – Continua de Volkskrant: “De Guzman viene convocato da Giuntoli in un albergo di Milano nell’ultima settimana del mercato“. Ed ha riportato il dialogo tra Giuntoli e De Guzman così come raccontato dal giocatore: “Ho detto che dovevo allenarmi il giorno successivo. ‘Tu rimani qui a Milano, devi andartene, via, via’ – disse Giuntoli. Ho pensato: ‘Non può parlarmi in questo modo’“. Poi l’incontro con Dick Advocaat, allora manager del Sunderland. “Ho detto ad Advocaat che volevo prima tornare in forma e lui l’ha rispettato. Allora gli ho chiesto: puoi parlare con Giuntoli? È un po’ aggressivo. Adovocaat disse sì ma Giuntoli parla a malapena inglese, quindi non ha funzionato” .

TRATTATIVE FALLITE – “Il giorno successivo – ha proseguito il suo racconto De Guzman al de Volkskrantil Bournemouth si è avvicinato al calciatore. De Guzman non voleva parlarci. ‘Per prima cosa volevo essere in forma. Giuntoli era davvero arrabbiato. Il suo assistente ha detto: ‘Ascolta se non firmi, si arrabbia davvero. Se non firmi sei morto a Napoli, non giocherai più’“. Il giorno dopo De Guzman è andato in Olanda per parlare con i suoi agenti Jan de Visser e Rodger Linse con cui decide di risolvere i suoi problemi fisici e poi firmare per qualche altra squadra.

LA RISSA – Alla chiusura del mercato il violento litigio con Giuntoli: “Ero nello spogliatoio e Giuntoli ha detto: ‘Hey pezzo di merda, pezzo di merda, vieni qui’. Siamo andati nella sala dei giocatori. Giuntoli disse: ‘Tu te ne andrai, l’hai promesso’. Dissi: ‘Non ho promesso niente’. Improvvisamente mi ha dato un pugno in faccia e a quel punto sono impazzito. Abbiamo iniziato a litigare furiosamente, volavano sedie. C’era il mio compagno di squadra Zuniga che cercava di separarci. Mi diceva ‘dai, prendi le tue cose e vai a casa’“. Dopo la rissa De Guzman ha chiamato l’agente De Visser e ha provato a contattare il presidente Aurelio De Laurentiis con una telefonata e un messaggio, ma non ha avuto risposte.

FUORI ROSA – Il giorno dopo il preparatore atletico disse che d’ora in poi De Guzman avrebbe potuto fare solo corsa. Giuntoli ha chiesto a De Guzman perché volesse parlare con il presidente. Poi venne Edo De Laurentiis che gli disse: “Non andrai da nessuna parte, tu rimani qui, sei morto qui” ha raccontato De Guzman che ha continuato a raccontare al de Volkskrant:Per 4 mesi ho lavorato da solo. Nessuno dei compagni mi ha aiutato. Da un lato li capisco. Se mi avessero aiutato il club gli avrebbe detto: che stai facendo con quell’ospite?. Mi sarebbe piaciuto allenarmi da solo. Ma dove? Tutti mi conoscevano a Napoli, quindi sarebbe diventato un caso“.

L’OPERAZIONE NEGATA – De Guzman ha riferito che anche in seguito alla visita fatta con altri due specialisti, Americo Menghi e Edwin Goedhart, il dottor De Nicola gli avrebbe negato la possibilità di operarsi: “Non credo in un’operazione. Non voglio essere colui che distrugge la tua carriera“.