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“Cancro, tumore e malattia, ‘e schiattà”: la battaglia di Loredana Simioli diventa un video

Non ho vergogna di dire che ho il cancro. Non ho vergogna di portare la parrucca. Non ho vergogna di fare le chemio. “Cancro, tumore e malattia, ‘e schiattà” questo l’urlo lanciato in “Io non ho vergogna” è il titolo del videoclip musicale presentato lo scorso lunedì nell’aula Mediterraneo dell’ospedale Cardarelli da Loredana Simioli, l’attrice napoletana che da oltre un anno combatte contro un tumore.

Un videoclip carico di forza, energia, voglia di vivere, girato nei corridoi del Day Hospital, dove ogni giorno sono circa una sessantina le persone che si sottopongono alle chemioterapie (almeno 13mila in un anno), con le flebo delle terapie che diventano pali per la lap dance. Insieme a Loredana anche altri pazienti oltre a infermieri, medici e guardie giurate.

Il videoclip, da lei diretto e realizzato all’interno del Cardarelli, è nato dalla sua personale esperienza di lotta contro il cancro purtroppo ancora in corso. L’obiettivo dell’attrice è quello di dare a tutti coloro che, come lei vivono la sua stessa esperienza, un messaggio di speranza, di incoraggiamento a non arrendersi di fronte a una malattia così forte e difficile come quella del cancro e di non perdere mai la speranza e la gioia di vivere. “Bisogna aumentare la prevenzione, fare più screening” è il monito del direttore generale del Cardarelli Ciro Verdoliva.

Lo stile del video, le scelte artistiche, la leggerezza del racconto sono intenzionali, quasi a rappresentare una forza catartica a ribaltare il gioco di potere tra malato e malattia, in cui il malato si prende gioco della malattia stessa perché, anche se non guarisce, ne prende il controllo difendendo la bellezza della propria vita contro la forza distruttiva della patologia. Ecco allora l’ironia, i colori, la musica tutto orientato ad affermare la forza di vivere e della propria volontà su tutto il resto e sulla possibilità, talvolta convinzione, di vincere e di guarire.

La scelta della location è stata quasi obbligata per due ragioni: la prima perché è la struttura che l’ha accolta e la sta accompagnando nel percorso di cura grazie alla eccellente professionalità medica ed infermieristica di cui può vantarsi; in secondo luogo buona parte dei figuranti che hanno partecipato al video non fanno altro che interpretare ciò che di fatto eseguono nella loro vita lavorativa ma con un pizzico di divertimento.

L’auspicio è che questo racconto visivo possa rappresentare un monito, diventare una pubblicità progresso, affinché possa avere la più ampia diffusione mediatica.

Episodio 4 di “In Prima Linea”: Oncologia. La battaglia di Mariarosaria