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Lutto nel Rione Traiano per la morte di Tommaso, il fratello di Davide Bifolco

Rione Traiano in lutto per la scomparsa di Tommaso Bifolco, fratello di Davide, il 17enne ucciso dal carabiniere Gianni Macchiarolo (condannato in Appello a 2 anni) il 5 settembre del 2015 dopo un inseguimento nel Rione Traiano a Napoli.

Tommaso Bifolco, 36 anni, è stato stroncato da un malore. Un infarto non ha lasciato scampo al fratello maggiore di Davide Bifolco che dal giorno della sua morte, nonostante le restrizioni imposte dalla giustizia (si trovava agli arresti domiciliari per furto), si è sempre esposto in prima linea, insieme ai genitori Gianni e Flora e all’intera comunità del Rione Traiano, per chiedere giustizia e fare luce su quella maledetta notte di settembre.

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Inutile la corsa all’ospedale Cardarelli dove Bifolco è deceduto poco dopo. Tantissimi i messaggi di cordoglio nei confronti della famiglia di Bifolco che era sposato e aveva una figlia.

Pochi giorni, il 16 ottobre scorso, è stata dimezzata la condanna per il carabiniere Gianni Macchiarolo. Da 4 anni e 4 mesi a 2 anni con la pena sospesa. Questa la decisione dei giudici della seconda sezione della Corte di Appello di Napoli dopo la sentenza, con rito abbreviato, di primo grado dell’aprile 2016.

I fatti risalgono alle due del mattino del 5 settembre del 2014 quando una pattuglia dei carabinieri si lancia all’inseguimento di tre ragazzini, tutti in sella allo stesso scooter e senza casco, che non si fermarono all’alt imposto dai militari che erano alla ricerca di un latitante, Arturo Equabile.

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Macchiarolo riuscì a bloccare due ragazzi, tra cui Davide. Poi dalla pistola d’ordinanza del carabiniere partì il proiettile che uccise Davide che si trovava già a terra. In primo grado è stato stabilito che il colpo partì per errore: il carabiniere inciampò e nel perdere l’equilibrio fece partire un colpo dalla pistola che non aveva la sicura.

Una sentenza che ha provocato dolore e indignazione tra i familiari della vittima, gli amici e i movimenti che da tempo si battono perché venga fatta giustizia.  “Due anni, solo due anni, neanche se fosse stato ucciso un cane” protestano i familiari del ragazzo.