Una lettera intensa, profonda e piena di vita quella pubblicata su Facebook da Leri Bertonati, sorella di Matteo, il 26enne di Torre del Greco (Napoli) deceduto insieme ad altri tre amici nel crollo del ponte Morandi a Genova lo scorso 14 agosto. Stavano andando in vacanza, erano diretti prima a Nizza e poi a Barcellona. Un viaggio dopo un anno di lavoro, un viaggio, come tanti giovani ragazzi, all’insegna della spensieratezza. Poi la sciagura, il dramma, sul quale sono in corso le indagini della procura di Genova che dovrà accertare, si spera il prima possibile, eventuali responsabilità.
Leri ricorda Matteo, appassionato di motori e innamorato di quella sua chitarra che amava suonare per deliziare i suoi amici. E lo ricorda mettendo da parte la sete di giustizia, la ricerca di un colpevole. E’ un messaggio profondo il suo, che tocca ben altri aspetti. E’ il dolore di una sorella consapevole che non riabbraccerà mai più “Matteo”. La sua giustizia è la “coscienza”, quella che toglierà il sonno ai responsabili di questa sciagura. “Dobbiamo impegnarci al massimo affinché questo dolore diventi la lezione più grande che la vita ci ha messo di fronte con tutta la potenza del mondo. Smettiamola di rimandare, smettiamola di portarci la rabbia dentro, viviamo innamorati della vita ricordando sempre che l’amore è più forte di ogni cosa che incontra sul suo cammino”.
IL TESTO DELLA LETTERA:
“Ti penserò sempre con un sorriso, quello che alla fine di ogni discussione mi facevi venire perché tanto era impossibile arrabbiarsi con te. Le cose normali non sono mai state il tuo punto forte e di certo non avresti potuto lasciarci in un modo normale. Ci hai travolti e spiazzati, e all’improvviso siamo rimasti senza la tua musica” scrive Leri. che poi aggiunge: “La vita è meravigliosa per il semplice fatto che noi siamo vivi, noi siamo qui e abbiamo ancora la possibilità di fare il primo passo, di perdonare, di perdonarci, di darci amore e forza. Abbiamo imparato ad un prezzo troppo alto che siamo qui solo per un attimo, che il tempo che abbiamo a disposizione per vivere senza rimpianti è troppo poco, può scivolarci dalle mani come se fosse niente. Dobbiamo impegnarci a non nutrire la nostra vita con sentimenti brutti come l’odio, la rabbia, la voglia di vendetta o la ricerca di una colpa”.
“LA GIUSTIZIA NON MI RIDARA’ MIO FRATELLO”
“Di chiunque sia la colpa, non ci sarà mai una notte in cui non andremo a letto con il pensiero per i nostri quattro ragazzi. Sento parlare di colpe e di giustizia. Io personalmente della giustizia non me ne faccio niente, io la giustizia non la voglio. Qualunque pena sconterà chi è colpevole di questa tragedia non mi ridarà mio fratello e i suoi migliori amici, non mi ridarà i loro sorrisi e loro sogni, non mi ridarà il casino che facevano quando suonavano costringendomi a trovare un altro posto per studiare”.
“VIVIAMO INNAMORATI DELLA VITA”
“La vera giustizia io la chiamo coscienza, quella che farà perdere il sonno a queste persone e quella che alla fine dei loro giorni gli farà rivivere la sofferenza che hanno portato alle famiglie di queste vittime. Per questo dobbiamo impegnarci al massimo affinché questo dolore diventi la lezione più grande che la vita ci ha messo di fronte con tutta la potenza del mondo. Smettiamola di rimandare, smettiamola di portarci la rabbia dentro, viviamo innamorati della vita ricordando sempre che l’amore è più forte di ogni cosa che incontra sul suo cammino”.