Si procede con la maxi peririzia alla Solfatara di Pozzuoli, tetro della tragedia avvenuta lo scorso 12 settembre. Persero la vita il piccolo Lorenzo Carrer (aveva 11 anni), il padre Massimiliano di 45 anni, e la madre Tiziana Zaramella di 42 anni; unico sopravvisuto il bambino di otto anni costretto ad assistere alla morte dei suoi cari.
Sarà possibile dunque cristallizzare le prove sulle criticità in materia di scurezza della Solfatara. Per la morte dei tre turisti sono sotto inchiesta per disastro colposo gli amministratori della società che gestisce il sito. Morirono a causa delle esalazioni di gas del vulcano attivo dopo l’apertura di una voragine provocata dalle copiose piogge che interessarono Napoli lo scorso settembre.
Fondamentali le dichiarazioni dell’unico testiimone di quella tragedia, acquisite nel corso di un primo incidente probatorio. La richiesta al gip Claudia Picciotti, formulata dai pm Anna Frasca e Giuliana Giuliano della Procura di Napoli (sesta sezione) che indagano sul dramma avvenuto lo sorso settembre, è fondamentale per creare norme atte a garantire la sicurezza di un sito di importanza mondiale gestito da un società privata, attualmente sotto sequestro.
Dalla prima perizia è emerso subito che le misure di sicurezza adottate non erano ideonee a garantire l’incolumità di turisti, addetti ai lavoro e studiosi e che spesso i rimedi artigianli, utilizzati per colmare i crateri dopo i crolli, non facevano che peggiorare la situazione.