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Uccise e fece a pezzi Ruggiero, la confessione dell’omicida: “Violentato da piccolo da sacerdote”

Omicida reo confesso e presunta vittima di un prete pedofilo. E’ cosi’ che la difesa del 36enne Ciro Guarente, in carcere da quasi 11 mesi per l’omicidio, di natura passionale, avvenuto ad Aversa (Napoli) del giovane commesso Vincenzo Ruggiero, 25 anni, si prepara ad “umanizzare” la figura dell’ex marinaio accusato di aver ammazzato Ruggiero a colpi di pistola e di aver fatto a pezzi il corpo, nascondendone poi i resti in un garage di Ponticelli. Resti trovati dopo settimane anche se mancano ancora all’appello qualche frammento osseo della testa e di un braccio.

Guarente ha ricevuto l’avviso di conclusione indagini dalla Procura di Napoli Nord a fine maggio, insieme all’altro indagato Francesco De Turris, accusato di aver fornito l’arma de delitto: una pistola calibro 7.65. Nei giorni scorsi l’ex marinaio ha quindi chiesto di essere interrogato tramite il suo legale Dario Cuomo; non si sa se rivelera’ nuovi particolari sul delitto o se farà’ il nome di qualche altro eventuale complice, cosa che sembra difficile visto il silenzio “assordante” di questi mesi.

Del grave trauma subito dal 36enne quando frequentava le scuole elementari a Ponticelli, si era parlato subito dopo l’omicidio Ruggiero, ma in quel momento si trattava di voci. Le indagini difensive di Cuomo hanno invece accertato che Guarente, quando era minorenne, sarebbe stato vittima di un noto sacerdote già accusato di pedofilia. Si tratterebbe di don Silverio Mura, che in quel periodo – fine anni ’80 e inizio anni ’90 – era parroco proprio nella chiesa di Ponticelli frequentata da Guarente.