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Morte Davide Astori: depositata la perizia medica che chiarisce la morte

Dopo tre mesi dalla tragica morte di Davide Astori, il capitano 31enne della Fiorentina, è stata depositata la perizia medica-legale che chiarisce la causa del decesso. Il 4 marzo a Udine nell’albergo in cui si trovava con la squadra il giorno prima della partita di campionato contro l’Udinese, il calciatore ha perso la vita nel sonno.

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La conferma arriva dal Procuratore capo di Udine Antonio De Nicolo dopo gli accertamenti eseguiti dai medici legali Carlo Moreschi e Gaetano Thiene, incaricati di svolgere l’autopsia sul corpo del capitando della squadra. Al termine del tempo concordato è stata consegnata la relazione alla Procura di Udine in cui si spiega il perché della misteriosa morte del calciatore.

IL CUORE SI E’ FERMATO A 31 ANNI

Davide Astori aveva una compagna. Francesca Fioretti, e una bambina di due anni, Vittoria. E’ morto nel sonno perché il suo cuore ha smesso di battere e adesso tutta la verità sulla tragedia è al vaglio del pm del fascicolo Barbara Loffredo. Il primo rapporto parlava di “morte cardiaca senza evidenze macroscopiche, verosimilmente su base bradiaritmica”.

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Rocco Damone, direttore generale dell’azienda ospedaliero-universitaria di Careggi, a Firenze, ha spiegato:

Ci sono malattie genetiche ereditarie a bassa penetranza che non emergono dagli screening. Un soggetto ce le ha, non danno sintomi, ma per innescarle all’improvviso basta un fattore scatenante, anche esterno di origine virale o infettiva: in certi casi è persino sufficiente un’influenza alla quale le difese immunitarie reagiscono in maniera esagerata e si hanno gravi conseguenze sistemiche. L’autopsia sarà fondamentale per capire le cause del decesso, di certo si è trattato di un disturbo di conduzione del sistema elettrofisiologico del cuore“. Poi le parole che svelano un retroscena, forse il ragazzo si sarebbe potuto salvare se non fosse stato solo in stanza. “Quando si verificano casi come la fibrillazione ventricolare, il soggetto deve avere la fortuna di non essere da solo. C’è la necessità immediata di far ripartire il cuore, possibilmente con un defibrillatore“.

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