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Sarri e la diaspora, tutto ha un prezzo: i motivi dell’addio

L'allenatore e le clausole dei suoi titolarissimi: "Entro fine giugno non si saprà se ci sono o meno. Non arriveranno giocatori del Barcellona"

Tutto ha un prezzo, tutto è in vendita. Le regole del mercato di Aurelio De Laurentiis potrebbero giocare un’arma a doppio taglio dopo la lunga serie di rinnovi avvenuti negli ultimi anni.

“Le clausole le ha messe lui, qui ci sono 6-7 di loro che ce l’hanno e scade anche a fine giugno”. Le parole di Maurizio Sarri nel post gara di Napoli-Crotone sintetizzano al meglio l’attuale situazione di stallo che vive l’allenatore toscano.

Lui ha un contratto fino al 2020 e una clausola che lo libera con 8 milioni di euro (se li paga un club), 700mila euro se decide il Napoli di chiudere il rapporto. Insomma se Sarri ha deciso di non proseguire la sua avventura sulla panchina del Napoli l’unica strada percorribile è quella che porta alle dimissioni.

Cosa frena Sarri dopo tre anni? I dubbi principali riguardano soprattutto il progetto tecnico. Il Napoli è arrivato probabilmente alla fine di un ciclo. Alcuni giocatori andranno via, altri potrebbero essere “scippati” grazie alla presenza di un clausola (in certi casi valevole solo per l’estero). “Se andrà via qualcuno, non arriveranno giocatore del Barcellona” ha chiosato ieri in conferenza stampa lo stesso Sarri che evidentemente non vuole ripartire senza la sicurezza di una rosa all’altezza.

Oltre a Reina (Milan), ci sono le clausole di Callejon (20 milioni), Mertens (28), Zielinski (65), Ghoulam (40), Albiol (6 milioni). Poi c’è da capire le intenzioni di Hamsik, tentato da un’offerta faraonica in Cina, e Jorginho, corteggiato in Premier League. C’è poi da valutare le offerte che arriveranno per Koulibaly (valutazione tra i 70 e gli 80 milioni) che potrebbero far vacillare De Laurentiis.

Molti dei giocatori sopra citati hanno più di 30 anni e potrebbero ritrovarsi tra poche settimane di fronte all’ultima, importante, proposta contrattuale. Sarri teme questo. Ripartire con nuovi giovani promesse e dire addio a questo blocco di giocatori grazie ai quali è riuscito a ottenere risultati importanti (pur senza vincere nulla) negli ultimi tre anni.