Quattro condanne e due assoluzioni nell'ambito del processo con rito abbreviato nei confronti dell'ala economica dell'Alleanza di Secondigliano
Quattro condanne e due assoluzioni nell’ambito del processo di primo grado, con rito abbreviato (sconto di un terzo della pena), che vede imputati esponenti apicali del clan Mallardo, che con i Licciardi e Contini fa parte di quell’Alleanza di Secondigliano che da decenni riesce a controllare gli affari illeciti di Napoli e provincia.
Il giudice dell’udienza preliminare del Tribunale di Napoli, Maria Luisa Miranda, ha condannato a 13 anni e 8 mesi Anna Aieta, moglie del boss Francesco Mallardo, alias Ciccio ‘e Carlantonio (in carcere dallo scorso 16 novembre 2015 dopo un periodo in libertà vigilata); 13 anni e 4 mesi per Salvatore Lucenti (genero di Mallardo); 1 anno e 4 mesi per Nunzia Lucenti; 1 anno e 6 e mesi per Mariarosaria Mallardo. Assolti Salvatore Fiorillo jr (altro genero del boss) e Rosa Mallardo, il primo difeso dai penalisti Salvatore D’Antonio e Gian Paolo Schettino, la seconda difesa da quest’ultimo e dall’avvocato Gaetano Marco Malara. I legali hanno l’assoluzione dei propri assistiti dimostrando come fossero infondate le accuse mosse dalla DDA di Napoli.

Le indagini della Direzione Distrettuale Antimafia, condotte dal magistrato Maria Cristina Ribera, hanno colpito l’ala economica del potente clan napoletano (sono oltre 30 infatti gli imputati), portando anche al sequestro di beni e contanti per un valore complessivo di 14 milioni di euro.

Le accuse sono di associazione di stampo mafioso (416 bis), riciclaggio, esercizio abusivo del credito, violenza privata, illecita concorrenza svolta mediante violenza e minaccia, intestazione fittizia di beni e usura e si basano su attività investigative d’intercettazione e dichiarazioni dei collaboratori di giustizia Teodoro De Rosa, Giuseppe De Rosa, Vincenzo De Feo (deceduto in carcere nei mesi scorsi) per quanto riguarda il clan Contini, Giuliano Pirozzi per quanto riguarda il clan Mallardo.
