Nella giornata di mercoledì si sono tenuti i funerali di Giada, la ragazza di 26 anni che si è tolta la vita lunedì lanciandosi nel vuoto dall’ultimo piano dell’edificio numero 7 a Montesantangelo. Aveva detto alla sua famiglia che si sarebbe laureata quel giorno e invece era solo una messinscena, la giovane non era iscritta in quell’ateneo, potrebbe non aver retto il peso di tante bugie e per questo ha commesso un gesto tanto folle.
L’ULTIMO MESSAGGIO DI GIADA AL FIDANZATO
Intanto sulla pagina della cugina Luana è comparso un lungo post, un ricordo commovente in cui rivive tutti i momenti vissuti fin da bambina con Giada:
“Ci capivamo con uno sguardo e ci assecondavamo in tutto. Giravamo in macchina come matte di notte, facendo ogni volta 3 giri alla rotonda perché ti divertivi e quando sentivi una canzone che ti caricava e ti dava energia iniziavi a cantare e io mi arrabbiavo perché sceglievi sempre canzoni in inglese. Dicevi di essere la mia mamma chioccia e che combinavo solo casini e tu dovevi ripararli. Prevedevi le mie scelte e sapevi anche dirmi a cosa mi avrebbero portato e mi lasciavi comunque libera di agire come meglio credevo, tanto poi sapevi che saresti dovuta intervenire tu a riparare i danni. Ti va di farci un giro, giusto per prendere un pò d’aria? Ma è 1:30 è tardi Non fa niente, passo io tra 10 minuti“.
La cugina descrive Giada come una ragazza genuina, piena di vita:
“Eri una ragazza semplice e genuina, preferivi che ti regalassero un gambetto di prosciutto piuttosto che borse o vestiti. Eri felice quando mangiavi e ti piaceva la natura, fare lunghe passeggiate, grigliate e scampagnate. Amavamo la carne alla brace e le pizze nel forno a legna. Non credo che riuscirò mai ad abituarmi all’idea di non sentire più il mio nome associato al tuo. Luana e Giada. Sempre insieme. Due sorelle. Due amiche. Due cugine. Unite in un’unica fusione “LuaDa” quella che tanto raccontavi perché da piccoline guardavamo Dragon Ball e volevamo trovare anche noi un modo per unirci e sentirci più legate. Mi chiamavi “lulù dagli occhi non blu” ed io ti rispondevo: “Grazie eh per ricordarmi sempre di non avere gli occhi blu”. E tu ridevi. Sul telefono avevi il mio numero salvato con scritto “Pollon” e mi cantavi la canzone “Pollon, Pollon combina guai”. Perché io ero davvero un gran casino e tu eri la mia mamma chioccia. Ora dovrai essere il mio Angelo perché io mica ho smesso di fare casini, sai?! Il nostro non sarà mai un addio ed Io e TE, lo sappiamo bene“.
Un ricordo da parte di chi conosceva bene Giada e non si aspettava un gesto del genere da lei. Dolore e sgomento ai funerali, in tanti hanno voluto partecipare alla cerimonia per darle l’ultimo saluto e stringersi al dolore della famiglia.