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Rinnovo Sarri, Napoli pronto a triplicare l’ingaggio: “Ho un debito con i tifosi”

Prove di rinnovo tra il Napoli e Maurizio Sarri. L’allenatore toscano, che lunedì sera a Montecatini ha ritirato il premio Maestrelli, ha un contratto che lo lega al club di De Laurentiis fino al prossimo 30 giugno 2020 ma al termine di questa stagione c’è una clausola che può liberarlo in cambio di 8 milioni.

Una vera e propria spada di Damocle per il Napoli che rischia di perdere uno degli allenatori più bravi in circolazione a livello europeo. Sarri è appetito sul mercato, anche straniero ma ADL e Giuntoli stanno lavorando già da diverse settimane per cercare di evitare spiacevoli sorprese al termine della stagione. Lo stesso tecnico toscano, in un’intervista rilasciata al Corriere dello Sport, ridimensiona l’eventuale problema:

“Ho un contratto con il Napoli e tutto ciò che in esso è contenuto, ad esempio la clausola, conta poco. Ha una sua incidenza invece ciò che ha fatto il pubblico e il modo in cui ha espresso il suo attaccamento a me: manifestazioni del genere ti stordiscono, ti fanno sentire in debito. Io sono legato al club da un accordo e le divagazioni e le interpretazioni lasciano il tempo che trovano. Poi ci sono le considerazioni finali, eventualmente. Ma se sarò nelle condizioni ideali per ricambiare i sentimenti della gente, dunque se avrò la certezza di poter offrire tutto me stesso, allora il contratto sarà un falso problema. Altrimenti, dovrò fare un passo indietro”.

 

Attualmente Sarri guadagna 1,4 milioni di euro a stagione. Meno di Allegri, Spalletti, Di Francesco e Mihajlovic. Il Napoli sarebbe pronto a rivedere le condizioni dell’accordo firmato nell’estate del 2016. L’offerta sarebbe di tre milioni l’anno più un altro di bonus legato ai risultati raggiunti sul campo (qualificazione in Champions in primis). Una proposta che andrebbe a raddoppiare, come minimo, l’attuale ingaggio del tecnico, fino ad arrivare a toccare 4 milioni (quasi il triplo rispetto ai 1,4 attuali) in caso di risultati positivi conquistati sul campo.

Una proposta congrua se paragonata a quanto guadagnano Allegri (sette), Spalletti (quattro) e, in generale, i top allenatori europei. Offerta che potrebbe passare in secondo piano solo nel caso in cui dovesse arrivare una proposta irrinunciabile dall’estero.

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