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Napoletani dispersi in Messico, il “mistero” del Dna e la presunta scarcerazione degli agenti incriminati

Atteso in Messico un rappresentante della Farnesina. Sono previsti aggiornamenti dalle indagini

Sono passati quasi due mesi da quel lontano e maledetto 31 gennaio. Un mese e mezzo da quando i tre napoletani sono scomparsi in Messico: Antonio RussoRaffaele RussoVincenzo Cimmino sono dispersi nel paese centro americano esattamente da 49 giorni.

Per quanto ci siano ancora dei dubbi sulle attività condotte dai tre cittadini italiani in territorio messicano, si parla più di questo che della loro vicenda. Infatti, è certo che i RussoCimmino vendevano generatori di corrente made in China taroccati. Sarebbe certo che questo lavoro li abbia fatti entrare in contatto con persone vicine alla criminalità organizzata messicana.

Altro punto fermo dell’indagine è il coinvolgimento della polizia locale. Infatti, sono stati individuati e arrestati 4 agenti che avrebbero venduto i tre napoletani ad un cartello del narcotraffico messicano. Tuttavia su questo punto ci sarebbe una svolta, infatti, come dichiarato da Francesco Russo (figlio di Raffaele e fratello di Antonio) a la Repubblica, i poliziotti non sarebbero più in carcere.

A questa notizia si è sommata quella relativa al DNA prelevato a Francesco e sua madre. Il campione organico, come dichiarato da Russo al quotidiano, non sarebbe servito per una comparazione con quello dei cadaveri ritrovati qualche giorno fa dalle autorità messicane. Il prelievo del DNA è “una prassi prevista dagli inquirenti e dopo una settimana non si è avuto alcun riscontro“.

Nel frattempo è atteso in Messico, probabilmente oggi, un esponente della Farnesina. Infatti, il Ministero degli Esteri sta coordinando insieme al governo messicano le indagini necessarie per il ritrovamento dei tre napoletani. Questo viaggio dovrebbe servire a fare il punto delle attività svolte dagli investigatori locali ed aggiornare quelli italiani. Auguriamoci che possa esserci una svolta positiva nei prossimi giorni.

Napoletani dispersi in Messico, il "mistero" del Dna e la presunta scarcerazione degli agenti incriminati