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Falso allarme sul ritrovamento dei tre napoletani in Messico, il familiare: “Non è vero, ma sono sulle loro tracce”

Giovedì sera arriva la svolta sulle indagini dei tre napoletani scomparsi in Messico, la stampa locale riporta la notizia dell’arresto dei tre agenti della polizia di Tecaltitlan accusati di aver ceduto Raffaele Russo, il figlio Antonio e il nipote Vincenzo Cimmino ai clan del posto. L’indiscrezione si trasforma ben presto in un’informazione sbagliata e così sul gruppo Facebook “Noi delle Case Nuove” qualcuno inizia a diffondere la voce del ritrovamento dei tre concittadini.

IL GIALLO DELLA TRUFFA DEI NAPOLETANI. COSA E’ACCADUTO IN MESSICO?

Il falso allarme rapidamente diventa notizia finché l’amministratore del gruppo chiarisce la vicenda. A quanto pare il padre di Vincenzo Cimmino avrebbe confermato la notizia sul ritrovamento per poi ritrattare in un secondo momento. E’ stato fatto un errore che per poco ha acceso la speranza in tutti, ma non sono stati i tre napoletani ad essere ritrovati bensì i poliziotti che avrebbero consegnato loro a un clan criminale locale. Sul gruppo in molti si sono indignati per la circolazione della falsa notizia. In una diretta Gino Bergamè, nipote di Raffaele Russo, ha spiegato:

“Hanno arrestato i tre poliziotti che hanno fermato i miei cugini, ma non hanno ritrovato i miei familiari. Gli agenti adesso sono sotto processo e si trovano in un carcere di massima sicurezza. Per quanto riguarda i miei parenti, siamo sulle tracce per ritrovarli, ma non abbiamo ancora nessuna certezza”.

Nel frattempo la situazione si fa ancora più torbida perché i tre sarebbero stati consegnati dalla polizia corrotto alla malavita locale. La polizia federale è intervenuta nella vicenda arrestando tre agenti della polizia locale di Tecaltitlàn. Il capo locale, Hugo Enrique Martinez, è invece fuggitivo ed è ricercato nella regione di Jalisco e in quelle adiacenti.