Salvatore Longo si era rifugiato a Tijuana dove viveva sotto falsa identità. Accusato anche di estorsione, continuava a gestire le proprie attività
Era scappato in Messico nel 2007 per scampare ad una condanna a 9 anni di reclusione per i reati di estorsione ed usura. Ma dopo 11 anni è finita la latitanza di Salvatore Longo affiliato al clan Licciardi. L’uomo è stato arrestato grazie all’operazione congiunta della Direzione Investigativa Antimafia (DIA), del Servizio di cooperazione internazionale di polizia (Scip) e della Direzione Antidroga.
Longo è stato scovato a Tijuana dove aveva assunto una nuova identità con il nome di Francisco Javier Gonzales. Gli inquirenti erano riusciti a scoprire che nel 2006 aveva passato il confine in California tra Usa e Messico. Qui, nel 2017, ha sposato una donna del posto da cui ha avuto due figlie, dopo essersi separato dalla moglie italiana. Le indagini, circoscritte a quest’area geografica, hanno permesso agli investigatori di riuscire a localizzare prima la famiglia e poi ad individuare lo stesso Longo.
La Procura di Verona ha appurato che Longo ha gestito a Tijuana un’attività di ristorazione. Secondo gli inquirenti, avrebbe commesso i reati di estorsione ed usura tra le province di Brescia e Verona, in un periodo compreso tra il 2005 e il 2009. Longo, anche da latitante ha continuato a gestire le proprie attività illecite, soprattutto nel settore dell’abbigliamento dove applicava tassi annui superiori al 200%.
Le autorità messicane hanno espulso Longo che è stato dunque estradato. Le forze dell’ordine italiane lo hanno intercettato durante lo scalo tecnico di Madrid. Un bel colpo al sodalizio egemone nell’area Nord di Napoli e facente parte del cartello denominato “Alleanza di Secondigliano“.
