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Emergenza Baby Gang, Minniti a Napoli: “E’ terrorismo urbano, c’è il rischio di emulazione”

Oggi vertice in Prefettura per dibattere sugli ultimi episodi di violenza

Il ministro Minniti oggi è intervenuto a un vertice in Prefettura a Napoli sull’emergenza delle baby gang. Fenomeno in escalation in città che, considerati i recenti episodi verificatisi, urge di un intervento immediato. All’incontro hanno partecipato i vertici nazionali delle forze dell’ordine, il prefetto Carmela Pagano, i vertici della magistratura minorile e il sindaco Luigi De Magistris.

Un tavolo sinergico per trovare una soluzione al pericolo che le baby gang stanno diventando per l’incolumità dei ragazzi a Napoli. Si è dibattuto sui recenti e gravi episodi avvenuti in tutta l’area napoletana.
Minniti ha paragonato gli atti di violenza di questi giovani a quelli dei terroristi:
Non posso affermare che le baby gang siano terroristi, ma usano metodiche di carattere terroristico: quella di colpire perché si è casualmente in un posto. Abbiamo un’assimilazione di metodiche tipiche di altre attività criminali. C’è una violenza nichilista che non ha alcun rispetto per il valore della vita, ed è ancora più drammatico se impatta con dei giovanissimi“.

Ha voluto rivolgere un appello a tutti i cittadini, chiedendo la loro collaborazione, esortandoli a denunciare:
Chiedo anche l’aiuto e la collaborazione dei cittadini. Che non si voltino altrove“, ha spiegato che nei prossimi giorni saranno inviate 100 unità di reparti straordinari che si occuperanno esclusivamente della sicurezza giovanile:
A Napoli verrà rafforzato il controllo dell’ordine pubblico con l’invio di reparti straordinari, 100 unità destinate al controllo di quelle zone maggiormente frequentate dai giovani. Non consentiremo alle baby gang di cambiare le abitudini dei giovani napoletani“.
Durante l’incontro il ministro ha sottolineato più volte il pericolo di emulazione che si corre in casi del genere, con il rischio che il fenomeno cresca e si amplifichi.

Infine ha annunciato un protocollo per la questione della patria potestà, cominciando a pensare di dover allontanare i figli da modelli negativi:
È una questione cruciale e dobbiamo intervenire. Dobbiamo liberare questi figli da modelli negativi di istruzione alla violenza e occuparci contemporaneamente di come vengono affidati a percorsi educativi che siano alla altezza di questa sfida. Togliere la patria potestà è strumento ultimo, una delle cose più delicate. Ma sappiamo perfettamente che  può salvare la prospettiva dei ragazzi“.