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Omicidio di Anna Grimaldi, il giallo di Posillipo che ancora non ha un colpevole

Era il 31 marzo del 1981 quando Anna Parlato Grimaldi fu uccisa da 4 colpi di pistola nel giardino della sua villa in Via Petrarca. Una delle più brillanti esponenti dell’aristocrazia finanziaria napoletana, era sposata con l’armatore Ugo Grimaldi, nipote di Achille Lauro, era una donna che divorava la vita. Quell’omicidio che tanto scalpore destò nei salotti napoletani ancora oggi, a distanza di 36 anni, non ha un colpevole.

Inizialmente si pensò al delitto passionale e per la morte di Anna fu accusata in un primo momento Elena Massa, ex moglie di Ciro Paglia, capo cronista de Il Mattino, che diventò l’amante della signora Parlato Grimaldi. I due si conobbero nella redazione del quotidiano, quando Anna decise di inseguire finalmente la sua passione, fare la giornalista. Il matrimonio di Paglia con Elena, anche lei appassionata giornalista, era già in crisi da tempo e la relazione con la ricca donna di Posillipo, diede il colpo finale a un rapporto ormai logoro.

Anna e Ciro cominciarono a vivere la loro storia d’amore in una garçonniere affittata da Paglia in via Chiatamone. Una storia d’amore appassionata che però si concluse quando la Parlato Grimaldi decise di lasciare il suo amante. La sera del 31 marzo, Anna stava rientrando a casa dopo che era stata in redazione ed era andata in un negozio per comprare un regalo per sua figlia Elvira, quando aprì il cancello per entrare nella sua villa fu sorpresa da 4 proiettili. Uno dei primi a essere sentito fu proprio il suo ex amante Ciro Paglia, che in Questura dopo aver sentito che tipo di arma aveva ucciso la sua Anna, una piccola pistola da donna, una 6.35, esclamò: “Mia moglie ha un’arma così, gliel’ho regalata io“.
Ed ecco che i sospetti degli inquirenti si rivolsero subito alla Massa, moglie tradita che spinta dalla gelosia, avrebbe potuto disfarsi della sua rivale, uccidendola.

La Massa fu ascoltata subito dagli inquirenti, raccontò di aver denunciato la scomparsa dell’arma mesi prima, fu poi sottoposta al test del guanto di paraffina, avvertendo che la mattina era andata a sparare al poligono. Il suo alibi era debole, all’ora del delitto raccontò di essere uscita di casa per comprare una bottiglia d’acqua militare al figlio influenzato, bottiglia che acquistò a piazza San Luigi troppo lontano dal suo appartamento.
Fu questo il punto che non tornava agli investigatori, perché allontanarsi così tanto per una semplice bottiglia d’acqua? Elena Massa fu arrestata in un primo momento e poi liberata per insufficienza di prove. Il nuovo pubblico ministero Di Persia però ottenne un mandato di cattura, ed è qui che la Massa per non tornare in carcere si darà alla latitanza, latitanza che durerà due anni quando fu assolta per non aver commesso il fatto.
L’omicidio di Anna Parlato Grimaldi, a quel punto, si trovò di nuovo senza un colpevole, molti moventi, sarebbe potuto essere un debitore alle strette, un inquilino di un palazzo di sua proprietà che avrebbe dovuto sfollare o un secondo amante la cui identità non fu mai rivelata.

Soltanto nel 1997, dopo 16 dal delitto, una testimonianza di un collaboratore di giustizia fece luce sul giallo di Posillipo. A parlare fu Ciro Vollaro, secondo cui la Grimaldi fu uccisa per errore dai Mallardo, responsabili del rapimento il 2 dicembre del 1980 di Gianluca Grimaldi, nipote di Anna. L’organizzazione criminale operante nell’area Nord di Napoli all’epoca aveva bisogno di soldi per finanziare la guerra contro la Nuova Camorra Organizzata e sequestrare il membro di una famiglia miliardaria era il piano per trovarli nel più breve tempo possibile. Per il riscatto di Gianluca fu chiesto 1 miliardo di vecchie lire, la famiglia anticipò una prima tranche di 880 milioni.
Per salvare il nipote Anna si espose in prima linea, cercando di mediare anche con Raffaele Cutolo, da cui andò a parlare in carcere. Si erano conosciuti durante un processo che aveva seguito come giornalista.
Il gesto di rivolgersi al capo della NCO non piacque ai Mallardo. Quel 31 marzo Anna fu avvicinata nel giardino di casa sua, doveva essere ferita e invece fu uccisa a brucia pelo.

La storia di Vollaro fu ascoltata dai magistrati che non condannarono le due persone indicate dal pentito perché il reato era andato in prescrizione. Gianluca Grimaldi fu liberato ad agosto, dopo sei mesi dall’omicidio di Anna Parlato Grimaldi, morta per aver cercato di liberare il nipote.
Il giallo di Posillipo sconvolse l’intera comunità, protagoniste di un delitto tanto atroce due donne, la vittima uccisa sembrerebbe per errore e la presunta assassina, costretta alla latitanza, anche lei in un certo qual modo perseguitata da un’accusa che l’ha bollata come assassina per anni, finché Vollaro non raccontò cosa accadde.
Elena Massa intervistata durante la sua latitanza da Enzo Biagi spiegò cosa vuol dire dover scappare da innocente:
E’ peggio che vivere in carcere, è una situazione allucinante. Si perde la propria identità, qualsiasi diritto, spesso mi torna in sogno tutto quello che ho perduto“.

Video dell’intervista ad Elena Massa

https://www.youtube.com/watch?v=XGmsdXnW4ec