Durante il collegamento telefonico dal carcere di Opera, l'ex boss dei Casalesi ha tentato il folle gesto. Sospesa l'udienza
Ha preso il cavo del telefono con il quale era in collegamento dal carcere di massima sicurezza di Opera a Milano con il Tribunale di Napoli e l’ha avvolto intorno al collo stringendo la morsa.
Così Michele Zagaria, ex potente boss del clan dei Casalesi ha tentato il suicidio durante un’udienza del processo che lo vede imputato per un duplice omicidio. A scatenare la follia di ‘Capa storta sono state le parole del Giudice della quarta d’assise Giuseppe Provitera.
Come riportato da Il Mattino, quando Zagaria ha preso la parola ha iniziato a inveire contro la fiction mandata in onda dalla Rai, “Sotto copertura“, la mini serie che ha raccontato in 4 puntate l’arresto di ‘Capa storta.
Zagaria, che ha fatto causa alla produzione della serie, (dando mandato ai suoi legali di chiedere un risarcimento di 100mila euro da devolvere in beneficenza), ha iniziato a parlare del caso durante l’udienza. A quel punto Provitera, il Presidente del collegio giudicante, l’ha interrotto dicendogli “D’accordo ma adesso non è che dobbiamo fare un’altra fiction in quest’aula“. Ed è a queste parole che ‘Capa storta ha tentato di soffocarsi, cadendo per terra e costringendo i giudici a sospendere l’udienza. Successivamente Zagaria è stato trasportato presso l’infermeria del carcere.
Michele Zagaria è stato arrestato a dicembre del 2011 dopo 16 anni di latitanza scovato in un super bunker a Casapesenna in Provincia di Caserta. A coordinare le operazioni, l’allora Ispettore Vittorio Pisani.