Era dicembre del 1990, un inverno freddo di tanti anni fa. Roberto Cutolo viveva in un paesino della Provincia di Varese, con pochi soldi in tasca, in compagnia della moglie Assunta Alba (un ex cantante di sceneggiate napoletane allora incinta) e del figlio Raffaele (in onore di suo padre). Erano 4 anni che il figlio di ‘o Professore si era trasferito, abbandonando Ottaviano l’ex regno vesuviano di Raffaele Cutolo leader indiscusso della NCO (Nuova Camorra Organizzata) che con la guerra contro la NF (Nuova Famiglia) ha insanguinato le strade di Napoli.
Roberto aveva visto per la prima volta il padre all’interno di un manicomio giudiziario e si sa ‘o Professore ha condotto la faida quasi sempre dall’interno di un istituto di detenzione. Suo figlio ne conosceva la reputazione, ma il sangue è sangue, la famiglia è la famiglia e il cognome era di quella pesantezza che sopportarne il valore non è affatto facile. Ma la scelta di lasciare Napoli non è servita a molto, oltre che obbligata da un divieto di dimora al Sud.
Roberto Cutolo è stato ucciso a 28 anni da una decina di colpi d’arma da fuoco davanti al bar Bartolora a Tradate, frazione di Abbiate nel varesotto, dove il figlio di ‘o Professore si era trasferito. Roberto è stato trucidato all’interno della sua auto, un vero e proprio tiro al bersaglio da parte dei killer che non hanno lasciato scampo al giovane. Quest’ultimo ha provato a resistere fino alla fine, dopo la scarica di proiettili ha aperto la portiera della vettura ed è scivolato all’esterno cadendo sul manto stradale ghiacciato per chiedere aiuto. Il proprietario del bar è uscito fuori dal locale, lo ha soccorso e ha chiamato l’ambulanza. Poi la corsa, inutile, in ospedale.
Roberto Cutolo non impensieriva più di tanto gli investigatori, aveva qualche precedente ed alcuni procedimenti giudiziari in corso. Un arresto per guida senza patente, il suo presunto coinvolgimento in una rapina alle poste e in un giro di prostituzione intorno all’aeroporto di Malpensa. Il giovane è stato poi prosciolto da entrambe le accuse. Viveva con i soldi che la madre, Filomena Liguori, gli inviava puntualmente ogni mese con un vaglia. La moglie arrotondava vendendo dei giocattoli che costruiva in casa. L’unico processo in cui era imputato era quello basato sull’omicidio di Francis Turatello alias ‘Faccia d’angelo ucciso 9 anni prima nel carcere di Nuoro. La Cassazione ne aveva ordinato il rifacimento e l’accusa voleva provare il coinvolgimento del figlio di ‘o Professore allora diciassettenne (secondo la Procura sarebbe stato lui a portare l’ordine di morte dietro le sbarre). Ma il giovane Cutolo ha sempre smentito l’accusa ed una volta uscito dal carcere di Avellino ha provato ad alzare un muro tra lui e le vicissitudini del papà.
Ma la sua morte è stato più che altro un messaggio che i nemici del padre hanno voluto dare a ‘o Professore. Secondo le indagini svolte dagli inquirenti nel corso degli anni, dietro l’agguato c’era il boss Mario Fabbrocino membro della Nuova Famiglia e acerrimo nemico di Raffaele Cutolo. Uno dei killer che ha eseguito l’omicidio è Antonio Schettini detto ‘Tonino o Napoletano che agli inizi del 2018 tornerà libero dopo 25 anni di carcere. La libertà l’ha guadagnata pentendosi e rivelando alle autorità molti aspetti di quella violenta faida. Schettini vivrà in una località nel bergamasco.