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Porto d’armi ai camorristi in cambio di soldi: coinvolti un poliziotto ed un avvocato

Mentre il cancelliere del Tribunale avrebbe fatto sparire atti giudiziari in favore di un camorrista

Corruzione, corruzione in atti giudiziari, occultamento e distruzione di atti giudiziari. Sono questi i gravi reati per i quali la Procura della Repubblica di Napoli Nord ha emesso un’ordinanza di custodia cautelare in carcere, eseguita dai militari della Guardia di Finanza ai danni, tra gli altri, di Giovanni Romano agente di Polizia in servizio presso il Commissariato di Sessa Aurunca, di Anna Savanelli un avvocato che esercita presso il foro di Santa Maria Capua Vetere e di Andrea Esposito un ausiliario della cancelleria del Tribunale di sorveglianza.

L’indagine molto complessa è stata condotta seguendo la pista di alcuni flussi di danaro che con la mediazione di Antonio Caterino un imprenditore edile di Casal di Principe, sarebbero arrivati al poliziotto in questione che in cambio avrebbe favorito il rilascio di licenze di porto d’armi a persone che potrebbero essere affiliate alla camorra, nello specifico al clan dei Casalesi.

Un altro filone dell’indagine si è incentrato sull’attività corruttiva che ha comportato la distruzione e all’occultamento di atti giudiziari presso il Tribunale di sorveglianza di Napoli. L’ausiliario della cancelleria, Esposito, attualmente sotto indagine è già stato coinvolto in un’altra inchiesta del 2013, in cui è risultato indagato e tutt’ora sotto processo per reati analoghi. Nello specifico avrebbe soddisfatto, in cambio di soldi, la richiesta di un pregiudicato di Giugliano affinché dal Tribunale sparisse un fascicolo riguardante una persona condannata in via definitiva, con lo scopo di evitargli misure detentive.