Dopo 25 anni arrestato il presunto colpevole del 23enne salernitano. Con le manette ai polsi è finito l'ex boss della 'Ndrangheta
È stato ucciso a Milano con tredici colpi d’arma da fuoco sparati da due pistole diverse, era il 13 febbraio del 1992. L’unica “colpa” di Carmine Carratù, giovane 23enne originario di Salerno, è stata quella di lamentarsi con i fratelli Campo, titolari di una concessionaria di auto e legati alla mafia di Quarto Oggiaro.
Il motivo? Semplicemente Carratù aveva acquistato nel 1987 una Volkswagen Golf con delle irregolarità. Per questo, dopo averla rivenduta, tutte le multe erano arrivate al 23enne salernitano. Dopo 25 anni è stato individuato il presunto assassino.
I Carabinieri hanno messo le manette ai polsi di Domenico Branca, boss della ‘Ndrangheta originario di Melito di Porto Salvo in Provincia di Reggio Calabria. Oggi, il 59enne ‘ndranghetista di piazza Prealpi, è già detenuti con una condanna a due ergastoli. All’epoca era a capo del clan Libri–De Stefano–Tegano. Inizialmente le indagini erano condotte dalla Polizia.
La prima pista seguita dagli inquirenti era quella dello scambio di persona, in quanto il fratello di Carratù frequentava gli ambienti criminali. In particolare era coinvolto all’interno del traffico e spaccio di stupefacenti. Poi nel 2014 la svolta: il criminale Vittorio Foschini è diventato un collaboratore di giustizia. Grazie alle sue dichiarazioni è scattata l’operazione “Rinnovamento” che ha provocato l’arresto di oltre 60 persone con l’accusa di associazione a delinquere con l’aggravante mafiosa.
Dopo che Carratù aveva rivenduto la vettura, essendo un grande appassionato di motori, aveva chiesto chiarimenti ai fratelli Campo sui problemi legati alla sua Golf. Dopo pochi giorni quest’ultima è stata data alle fiamme. È seguito un altro incendio, probabilmente doloso, che hanno causato la distruzione di ben quattro automobili della concessionaria. Per questo di presume che i fratelli Campo abbiano chiesto ai boss calabresi di poter togliere di mezzo il 23enne di Salerno.