La stampa internazionale parla di Scampia, ma questa volta lo fa in un modo nuovo, non più come lo scenario di Gomorra, come terra di nessuno dove vige solo la legge della criminalità. Lo fa sottolineando il fenomeno dell’associazionismo che si è creato nel quartiere nella periferia a nord di Napoli.
Il giornale francese Le Monde ha dedicato un articolo a Scampia, intitolato “A Scampia, l’arte piuttosto che la camorra“. Si guarda al quartiere con un nuovo punto di vista, diverso da quello adottato fin ora dagli altri media internazionali, che ne hanno parlato collegandolo solo alla realtà criminale, che è quella più conosciuta anche grazie ai racconti della serie di Sky Atlantic Gomorra. In questo pezzo la giornalista, Margherita Nasi vuole raccontare altro, non i soliti luoghi comuni che fino ad ora hanno spopolato sui vari giornali.
“Lontano dai cliché mafiosi una passeggiata urbana permette di scoprire il tessuto associativo di questo quartiere napoletano. Sul territorio, dove risiedono circa quarantamila abitanti, operano oltre 120 associazioni“.
La giornalista ha voluto dar voce alla gente del luogo, come Ciro Corona, storico presidente dell’associazione (R)esistenza anticamorra, che dice:
“In Italia come all’estero si continua a parlare di questo posto come epicentro di camorra. Ma i camorristi, se non sono pazzi, preferiscono le ville con piscine nei quartieri alti non la periferia“.
Nell’articolo di Le Monde non è mancato un riferimento alla serie Gomorra, ma è stato atto in modo funzionale per dar luce ad una realtà diametralmente opposta, che non ha nulla a che vedere con quanto è raccontato in TV.