Le acque di Sorrento sono nuovamente invase da un’alga tossica, in particolare nella fascia costiera di Marina Grande. Proprio per tale motivo il Sindaco Giuseppe Cuomo ha firmato un’ordinanza per vietare la pesca e il consumo di pesci e frutti di mare delle acque antistanti la zona.
Come si legge l’attenzione va dai molluschi alle cozze, ricci, crostacei, granchi presenti in mare, in prossimità della costa e nei siti rocciosi di tutto il litorale a causa della pericolosità potenziale di queste specie per l’accumulo di una tossina algale che è nociva per la salute. L’ordinanza resterà valida fino a nuova disposizione, il rischio però non è legato a quanto regolarmente venduto nei canali ordinari come Supermercati poiché tale materiale è sottoposto a controlli sanitari. Anche la pesca amatoriale è bandita fino a 100 metri dalla costa, a seguito di quanto rivelato dal Settore Prevenzione e Sanità Pubblica Veterinaria della Regione Campania che, dopo aver effettuato alcune analisi, ha mostrato la presenza in loco di ovatossina, prodotta probabilmente da una microalga tossica ‘Ostreopsis ovata’.
INFORMAZIONI SULL’ALGA – Questa tipologia di microalga marina è una specie che si trova nei climi caldi e tropicali, talvolta è però stata rinvenuta anche in Italia soprattutto a Genova, in Puglia, in Toscana. La fioritura dell’alga può comportare un’intossicazione che si manifesta in primo luogo con un’irritazione delle mucose respiratorie, raffreddore, difficoltà respiratorie e febbre. La pericolosità non è solo nell’ingerire l’alga ma anche nell’inalare le sue particelle. Vista la manifestazione e lo sviluppo di questa alga, come stabilito dalla legge, vengono effettuati controlli periodici nelle zone a rischio per segnalare o meno l’eventuale presenza dell’alga. Il suo sviluppo avviene principalmente durante il periodo estivo fino ad ottobre, uno dei pericoli maggiori è l’intossicazione alimentare attraverso l’ingestione di cozze, ricci e organismi marini che sono contaminati dalla tossina e può comportare nel caso nausea, vomito, diarrea, vertigini. Per tale motivo l’ARPAC (Agenzia Regionale per la Protezione Ambientale della Campania) svolge un piano di monitoraggio.