Il potente boss dell'omonimo clan è tornato libero dopo 11 anni di detenzione al regime carcerario del 41bis
Avrebbe dovuto scontare la sua pena fino al 2030, al regime del carcere duro. Biagio Cava ha ottenuto invece uno “sconto” della pena, infatti il suo avvocato difensore Raffaele Bizzarro ha visto l’accettazione della sua richiesta di scarcerazione dal Tribunale del riesame che ha accolto le motivazioni presentate dal legale.
Cava, infatti, non starebbe più nelle condizioni fisiche e cliniche per reggere il 41bis. Così dopo 11 anni di galera trascorsi in un regime di massima sicurezza, Cava torna nella “sua” Quindici, paesino in Provincia di Avellino.
Per le autorità è scattata la massima allerta in quanto la scarcerazione di Cava potrebbe cambiare gli equilibri criminali dell’intera zona. Infatti, sia nel nolano che nell’avellinese, alcuni scenari camorristici sono mutati. Questo ha comportato una svolta per le egemonie su tutto il territorio che comprende il Vallo di Lauro.
Cava è stato arrestato nel 2006. È ritenuto uno degli uomini più pericolosi della sua cosca, colui che ha fatto la guerra prima al fianco del clan Alfieri e poi alleandosi con i Fabbrocino. Cava ha preso parte alla decennale e sanguinosa faida quindicese contro il sodalizio dei Graziano.
Questi ultimi, usciti sconfitti dallo scontro, sono stati poi decimati dagli arresti. La faida tra i Cava e i Graziano ha causato la morte di almeno 50 persone tra cui la figlia 16enne di Cava, la giovane Clarissa (mentre è stata ferita l’altra figlia Felicetta). Il tutto avrebbe avuto definitivamente inizio quando Biagio Cava ha fatto uccidere Eugenio Graziano, futuro reggente del suo clan.
Le forze dell’ordine e l’autorità giudiziaria vigileranno sicuramente sulla situazione, anche perché sono previste alcune scarcerazioni proprio in favore dell’organizzazione dei Graziano. Intanto Biagio Cava è sottoposto agli arresti domiciliari e ed è sotto stretta sorveglianza.