Il mese di luglio è stato tragico per il Vesuvio, il vulcano che si innalza sul Golfo di Napoli è stato colpito da una serie di incendi di natura dolosa e circa 3000 ettari di superfici boschive sono state distrutte. Lo studio “Dossier Incendi” di Legambiente ha certificato il disastro ambientale campano sulla base dei dati raccolti dalla Commissione Europea. Oggi,a distanza di qualche mese, la natura rifiorisce sul Vesuvio.
Antonello Migliozzi del Laboratorio di ecologia applicata della Federico II, così come riporta Repubblica.it, ha effettuato dei sopralluoghi nelle pinete carbonizzate sul Vesuvio. Pochi gironi “dopo il grande incendio le querce e le ginestre sono tornate a fiorire. In che direzione, lo vedremo“. Per quanto riguarda il “ripiantare subito qualcosa” bisognerà attendere il corso della natura perché il bosco del Parco nazionale del Vesuvio è stato piantato dall’uomo. Assieme alle conifere anche la robinia e la ginestra dell’Etna sono state piantate sul vulcano napoletano, ma a seguito di una scarsa manutenzione e pulizia del sottobosco, carenza di sicurezza per mitigare il rischio del fuoco, si è finito con il distruggere l’ambiente.
Il fuoco di quest’anno ha distrutto ampie porzioni del patrimonio forestale interessando anche le coltivazioni di albicocche e vigneti. Il Parco nazionale del Vesuvio è stato devastato dai cambiamenti climatici, dagli interessi criminali e dalla prevenzione insufficiente, ma la natura dona nuovamente speranza all’azione becera dell’uomo. D’altronde sul Vesuvio fiorisce la ginestra, quel fiore che il poeta illuminato Giacomo Leopardi fece diventare emblema di forza e speranza contro la Natura crudele e la stoltezza degli esseri umani.
