Se ti dovessi domandare di che colore è il Vesuvio in questo preciso istante, tu, molto probabilmente, mi risponderesti bianco! Se però ti dovessi rivolgere la stessa domanda con particolare riguardo al periodo estivo, sono sicura che non ricorderesti assolutamente la nuance del vulcano. Eppure appare lampante a tutti il fatto che il cratere, almeno durante la bella stagione, cambi di colore. A lanciare l’allarme sull’infestazione da Ginestra Etnea sono i ricercatori di Botanica della facoltà di Agraria di Portici, Università Federico II.
Questa pianta appartenente alla famiglia delle Fabaceae sta modificando velocemente l’aspetto del Vesuvio. Le sarebbero sufficienti meno di cento anni per rendere irriconoscibile il vulcano trasformandolo in una banale montagna agli occhi dei turisti. Perchè essere allarmisti su un problema che sembrerebbe, almeno a primo acchito, di natura puramente estetica? Se solo si pensa che il complesso Somma-Vesuvio è stato inserito dall’Unesco tra le riserve mondiali di biosfera, si capisce come la grana sia anche, e soprattutto, di natura ecologica.
E’ ormai da qualche anno che gli esperti lanciano allarmi sulla gravità dell’infestazione da Ginestra etnea. Fino ad oggi però la problematica è passata sotto silenzio nonostante guide ed escursionisti continuino a postare numerose foto sui social network. Eppure Adriano Stinca, sull’argomento è stato chiarissimo: “La sua azione di colonizzazione della sommità del Vesuvio muterà l’aspetto paesaggistico, con danni non solo ecologici difficilmente quantificabili. Mentre gli effetti biologici sulla flora locale sono ritenuti devastanti.” Parole, insomma, che non lasciano scampo.
E allora perchè non prendere in considerazione l’eradicazione completa della Ginestra Etnea? Prima di tutto per mancanza di finanziamenti e poi perchè una simile scelta potrebbe, a lungo andare, causare frane e smottamenti alterando, di fatto, l’equilibrio geologico del Vesuvio. Una soluzione esiste. Si tratta però di operare “un’azione di contenimento intelligente, studiando bene gli interventi da compiere“. Un equilibrio difficile da trovare ma non impossibile.