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Uomo muore dopo un intervento di emorroidi: i familiari chiedono giustizia

E’ morto a 58 anni a causa di un intervento che sarebbe dovuto essere di routine, l’esportazione delle emorroidi. Per l’uomo quel banale intervento si trasforma invece in tragedia all’ospedale Moscati di Aversa (Caserta). Un’operazione che tante persone eseguono per la vittima si è rivelata fatale e adesso i parenti chiedono delle risposte ai medici che quel giorno si sarebbero dovuti prendere cura del loro parente.

IL FATTO. Nel marzo del 2015 C. N, la vittima, viene ricoverata con una diagnosi di emorroidi di IV grado. Ancor prima dell’operazione al paziente non vengono effettuati alcuni esami inoltre il 58enne non firma il consenso informato a ricevere il trattamento chirurgico, ma è la sorella a farlo. L’intervento dura un’ora, ma nelle cinque successive all’operazione nessuno visita il paziente le cui condizioni iniziano a peggiorare finché i familiari visto il peggioramento repentino non decidono di portare l’uomo a casa, dove poi è deceduto.

Stando alla cartella clinica, gli operatori che in quel momento controllavano il paziente, hanno posto un semplice tampone nel retto per cercare di fermare l’emorragia. Secondo Di Lorenzo, il legale dei parenti: “Se è vero che, come sostenuto dal Ctu, una abbondante perdita ematica sarebbe stata notata dai sanitari, è altrettanto vero che per notarla gli stessi avrebbero dovuto visitare il paziente – spiega il legale Di Lorenzo -. Ma risultando l’assenza di un opportuno monitoraggio post-opertatorio, ben si comprende come proprio tale condotta omissiva sia da ritenersi di tipo censurabile, non avendo consentito di individuare il grave deterioramento del quadro clinico sfociato poi alla morte del paziente“. I familiari del 58enne chiedono di fare chiarezza sulle circostanze del caso e capire le responsabilità mediche in questo tragico evento che sarebbe dovuto essere solo un banale intervento.