Si tratta di un'adesione all'iniziativa del Partito Radicale che ha lanciato il suo "Sathyagra" per lo Stato di Diritto e la giustizia
“Negli ultimi anni nelle carceri sta accadendo una cosa straordinaria. I detenuti hanno deciso di lottare in modo non violento per dialogare con le istituzioni, affinché finisca una pratica incivile: quella dei trattamenti, palesi, umani e degradanti che avvengono all’interno delle nostre patrie galere e di cui è vittima tutta la comunità penitenziaria“, così si è espressa Rita Bernardini componente della Presidenza del Partito Radicale, che ha concluso: “È molto semplice, basta che venga attuato ciò che il governo si è impegnato a fare con il Parlamento. Non dimentichiamo che il 35% dei detenuti è in attesa di giudizio e che la maggior parte di loro sarà dichiarata innocente“.
Si chiama Sathyagra è la forza della verità, il fulcro della pluridecennale lotta politica che Marco Pannella e il Partito Radicale hanno portato avanti seguendo l’esempio del Mahatma Gandhi. Così i detenuti hanno deciso di acquisire una coscienza civile e di lottare attivamente per ottenere la riconoscenza dei loro diritti che dovrebbero essere garantiti così come lo prevede la Costituzione italiana.
I numeri: 2.100 detenuti ospitati al fronte di una capienza di 1.500 persone e con una media di 20/30 nuovi accessi al giorno. Insomma tutt’altro che risolto il problema del sovraffollamento. “Alla protesta ha aderito circa il 50% dei detenuti e una parte ha rifiutato il vitto e provveduto autonomamente ai pasti. La natura è pacifica: chiedono l’attuazione della riforma ma c’è da dire che in questo periodo si soffre sia per l’estate molto calda, sia perché il numero di detenuti è ripreso a salire dopo un periodo in cui il problema era più contenuto“, ha dichiarato Antonio Fullone, direttore del carcere di Poggioreale.
