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Tifosi del “Corno” fate attenzione, la crociata contro gli intellettuali è molto pericolosa

Scoppiano di nuovo le polemiche in città dopo quelle che si sono manifestate per il progetto di N'Albero

Dopo aver assistito diversi mesi fa alla presentazione di un libro scritto da un mio amico, avvenuta all’interno di un noto locale del centro storico, mi sono intrattenuto a chiacchierare con suo padre che da sempre è illuminante con le sue riflessioni. Il tema era allora quello dei non – intellettuali, e all’evento erano presenti due dei loro maggiori esponenti. “Questa cosa dei non intellettuali non mi piace, è pericolosa. Dopo i politici mettiamo alla gogna gli intellettuali. A Napoli di questo passo non resterà nessuna personalità capace di rappresentare e portare avanti una rinascita della città“, sono state queste le sue parole che ancora oggi ricordo. Frasi che sono rimaste ancora più impresse dopo che ho letto delle feroci polemiche che si stanno scatenando intorno al nuovo progetto del Comune di Napoli che dovrebbe abbellire il lungomare e portare soldi e turisti: il Corno.

Al di la dei gusti estetici, delle diverse opinioni che circolano intorno all’iniziativa e alle numerose polemiche che a partire da N’Albero non si sono mai placate, il fenomeno che davvero mi ha interessato è questo della “faida” tra gli intellettuali, che sarebbero contrari a prescindere a qualsiasi progetto popolare e di massa, e i non – intellettuali che sarebbero invece dalla parte del popolo e contro coloro che dicono no perché troppo snob e con la puzza sotto il naso.

Credo che questo scontro, che così è diventato invece di maturare in un confronto e occasione di dialogo, rappresenti uno dei punti più bassi della storia politica e culturale della nostra città. E dispiace che ad esserne i porta bandiera siano personaggi come Gianni Simioli Francesco Emilio Borrelli, rispettivamente volto storico appartenente al mondo dello spettacolo partenopeo e Consigliere regionale della Campania.

Mettere all’indice gli intellettuali, quelli del fronte del No a tutto, facendo di tutta un’erba un fascio è una questione aberrante. E voglio sottolineare che tra questi impertinenti pensatori e uomini di cultura ci sono personaggi come Aldo Masullo, figura di enorme spessore, riconosciuta anche in ambito internazionale. Adesso non voglio entrare nel merito della questione perché ognuno dei protagonisti avrà le sue buone ragioni per essere d’accordo o contrario ad una determinata iniziativa. Tuttavia non posso che constatare il prosieguo di un triste fenomeno che oserei definire oscurantista: marchiare in negativo le persone che criticano le iniziative dell’amministrazione comunale. Chi critica non ama la città, perché Napoli sta vivendo, a detta dei sostenitori di N’Albero e del Corno, una rinascita.

Adesso che la città dei servizi pubblici inesistenti, del bilancio quasi in dissesto e delle strade a pezzi, stia vivendo una fase di rinascita non so proprio da quale punto di vista osservarlo e confermarlo, ma il punto non è neanche questo. Il fulcro della questione è il seguente: se diciamo, come è stato già fatto per la politica, che gli intellettuali sono il nemico, sono l’ostacolo allo sviluppo ed alle strade piene di turisti, non facciamo altro che violentare una categoria che si e no esprimerà, ad oggi 4 – 5 persone di rilievo e degne di essere definite tali. Se perdiamo anche loro, se Napoli li allontana dalla vita pubblica impedendogli di offrire ai cittadini e agli amministratori il loro punto di vista, allora siamo fritti. A questo punto l’imbarbarimento sarà completo e al popolo basterà rivivere il motto monarchico pastafarina forca (ai neo borbonici sono sicuro che questo piacerà moltissimo).

Infine lasciatemelo dire, possiamo fare anche i conti di quanti soldi e turisti ha portato N’Albero e prevedere l’indotto del Corno ma oggettivamente sono due oscenità che dal punto di vista estetico sono una violenza per il lungomare più bello del mondo. Una parte della città che l’attuale amministrazione si vanta di aver liberato e che è invece occupata da un costante degrado. Su questo i non – intellettuali non hanno nulla da dire?