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Sms all’amico di Vincenzo dopo l’omicidio: Ciro tradito da una “k”

Sono ancora diversi gli aspetti da chiarire di quella maledetta notte tra il 7 e l’8 luglio, quando è stato ucciso e poi fatto a pezzi Vincenzo Ruggiero, il 25enne attivista gay di Parete (Caserta) finito brutalmente da Ciro Guarente, il “Grinder Boy” (così si faceva chiamare sui siti social gay.

Resta da chiarire se il 35enne ha agito da solo o con l’aiuto di qualche complice che lo ha aiutato anche a liberarsi del cadavere. Così come bisogna accertare dove è stato ucciso con due colpi d’arma da fuoco Vincenzo. Se nell’abitazione di Heven Grimaldi ad Aversa o nel garage di Ponticelli dove poi i carabinieri hanno trovato il cadavere sfigurato e fatto a pezzi.

Intanto spuntano nuovi inquietanti particolari della notte di un mese fa. Così come scrive Il Mattino, Dopo l’omicidio Ciro Guarente ha addirittura simulato di essere Vincenzo rispondendo a un sms ricevuto dal 25enne che quella sera aveva appuntamento con un amico, Francesco, per festeggiare, il contratto a tempo indeterminato.

Proprio Francesco ha raccontato agli inquirenti di aver ricevuto un sms alle 20.30 del 7 luglio, quando, secondo la ricostruzione dei carabinieri, Vincenzo era probabilmente già morto. “Ho avuto un contrattempo al lavoro, ti raggiungo dopo, amica”. Questo il testo di un messaggio apparentemente semplice. C’è però un dettaglio che ha colpito subito Francesco, tanto da segnalarlo ai militari.

Vincenzo e Francesco, infatti, si chiamavano reciprocamente amika con la K. Un errore che ha subito insospettito Francesco. Quel giorno gli inquirenti hanno ricostruito tutti i movimenti di Ciro attraverso i segnali delle celle del suo telefono. Intono alle 15 Ciro Guarente entra nella casa di via Boccaccio ad Aversa dove la sua fidanzata, la trans Heven Grimaldi, condivideva l’appartamento con Ruggiero. Alle 18 torna a casa il 25enne che aveva terminato il turno di lavoro nello store Carpisa del centro commerciale Campania.

Passano altre tre ore e alle 21 la telecamera dello studio di geometri posizionata di fronte l’appartamento riprende Ciro Guarente che esce con delle valigie. Il suo smartphone aggancia le celle del Litorale Domitio dove probabilmente si è disfatto degli effetti personali di Vincenzo così da far credere ad un allontanamento volontario. Poi ritorna dopo ore nell’appartamento di Aversa e nel frattempo mantiene i contatti telefonici e attraverso sms con il suo presunto complice. Esce poi di casa verso le 4 del mattino con un grosso sacco in mano. All’interno c’è sicuramente il corpo mutilato del giovane commesso. Ciro si dirige a Ponticelli, così come confermato dal suo cellulare e dove prova a far sparire nel garage noleggiato per 50 euro il corpo di Vincenzo.