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Il boss è in carcere, la moglie si consola con un affiliato al clan rivale: scatta la vendetta del figlio

In manette Raffaele Gallo, figlio del boss Francesco: agguato contro lo zio materno

Doveva vendicare l’onore del boss, detenuto in regime di 41 bis e tradito dalla moglie con un affiliato al clan rivale. Questo il movente che ha spinto Raffaele Gallo, 18 anni lo scorso novembre, a organizzare un agguato in segno di rispetto nei confronti del padre, Francesco Gallo, 40 anni, meglio noto come “Francuccio ‘o pisiello“, accusato anche di una presunta estorsione ai danni della produzione Cattleya durante le riprese della serie di Gomorra.

Agguato realizzato lo scorso 27 gennaio in via Cuparella a Torre Annunziata, Napoli, quando Gallo e il suo complice, Vincenzo Falanga, 19 anni, esplosero numerosi colpi d’arma da fuoco all’indirizzo di un’auto, una Mercedes, con a bordo due persone: lo zio materno, 31 anni, e un ragazzo di 20 anni, Vincenzo Nappi, con un precedente alle spalle, ferito gravemente al torace. Questa mattina i carabinieri della compagnia di Torre Annunziata hanno dato esecuzione a un’ordinanza di custodia cautelare in carcere, emessa dal gip del tribunale oplontino, nei confronti di due indagati gravemente indiziati del tentato omicidio di Nappi.

L’attività ha permesso di acquisire gravi indizi di colpevolezza nei confronti degli indagati, entrambi vicini al clan camorristico Gallo-Cavalieri. Il movente è stato ricondotto a dissidi familiari intercorsi tra il giovane e la famiglia della madre, parente di una delle vittime, scaturiti a seguito della relazione extraconiugale tra la moglie di Gallo e un appartenente al contrapposto clan Gionta. Una vendetta trasversale per “punire” la madre colpevole di avere lasciato il boss detenuto per legarsi sentimentalmente al “nemico”.

Lo stesso Raffaele Gallo è stato fermato lo scorso aprile dai poliziotti dopo averli aggrediti durante un controllo nel “suo” quartiere,  il Penniniello. “Levatemi le mani da dosso” disse agli agenti prima di schiaffeggiarne e rifilargli una testata al labbro inferiore destro.