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Rosa malata di leucemia senza una casa: quando la burocrazia si scontra con l’umanità

La storia di Rosa dovrebbero conoscerla tutti, una bambina di 5 anni malata di leucemia che non ha più una casa dove stare. La piccola viveva con la sua famiglia nel vecchio Rione de Gasperi a Ponticelli, quello che in parte è stato sfollato, perché a molte delle famiglie che erano lì è stato assegnato un appartamento nelle nuove palazzine, che si trovano proprio difronte alle vecchie. Ci sono poi all’incirca 70 famiglie, che non rientravano nell’elenco delle assegnazioni perché occupanti senza titolo in attesa della sanatoria del 2010, che non possono ricevere una casa dal Comune.

Sono queste le persone che continuano a vivere nelle vecchie palazzine del Rione De Gasperi, tra la maggior parte degli appartamenti con le finestre murate, condizione che chiaramente ha reso di per sé le altre case inagibili. L’assenza di passaggio d’aria ha generato muffa e produzione di liquami che si riversano anche negli immobili dove continuano a vivere persone. Tra di loro c’è la famiglia di Rosa, che con suo padre Luca, sua madre Rosaria e la piccola sorellina di 2 anni, ha vissuto fino al 2016 in una casa, dichiarata dai Vigili del Fuoco inagibile.

Rosa malata di leucemia senza una casa: quando la burocrazia si scontra con l'umanità

Rosa, però, non si è trasferita con la sua famiglia a causa dell’inagibilità. In quello stesso anno alla piccola le è stata diagnosticata la leucemia, motivo per cui sarebbe stato impossibile per lei continuare a vivere in un luogo del genere, covo di batteri dannosi per le sue difese immunitarie già abbassate a causa della grave patologia. Così i genitori sono riusciti a trovare una sistemazione provvisoria a casa di un cugino nel nuove Rione De Gasperi, quello a cui loro non hanno avuto accesso. Il parente, invece, destinatario di un appartamento l’ha messo a loro disposizione per portare Rosa via dalla vecchia casa e darle una sistemazione adeguata al suo stato di salute. Il problema è che si tratta di una collocazione temporanea e, prima o poi, la bimba si troverà un’altra volta senza un appartamento in cui andare.

Tornare nel vecchio, con la patologia di cui soffre, sarebbe impossibile, una condanna a morte. E’ questo il motivo per cui i genitori di Rosa hanno già fatto un appello al sindaco di Napoli, Luigi De Magistris e vogliono che la loro voce cominci a sentirsi, a rimbombare affinché qualcuno dell’amministrazione comunale li ascolti e li aiuti a risolvere questo problema. Se pur vero che la loro non rientrava nella categoria degli aventi diritto a una casa nel nuovo Rione De Gasperi, va detto che si trovano dinanzi a una condizione particolare, che dovrebbe superare vincoli e cavilli e per cui andrebbe trovata una soluzione ad hoc. La loro bambina soffre di un brutto male e status obbligatorio affinché riesca a guarire, è vivere in un ambiente sano e pulito, non in una casa fatiscente e lugubre dove le condizioni igienico-sanitarie aggravano ancora di più la sua malattia.

Nell’ultimo anno sono moltissime le segnalazioni che Luca ha inviato al sindaco e all’assessore al Patrimonio, Enrico Panini. Fino a oggi non ha mai ricevuto alcuna risposta. Da qui l’esigenza che la storia della piccola Rosa si diffonda il più possibile, affinché più voci diventano un grido che arrivi a palazzo San Giacomo e smuova la burocrazia, riuscendo a trovare alla bimba e alla sua famiglia una casa dove vivere, dove stare in quei giorni che è lontana dall’ospedale, dove guarire. Questo è il sogno di Rosa, di sua madre e suo padre, un appartamento dove poter avere una cameretta e quando la leucemia sarà un lontano ricordo giocare con le sue amiche, dormire sogni tranquilli, ridere di gioia e finalmente vivere.