E’ cominciato stamattina alle 09.30 il lungo saluto a Paolo Villaggio. L’attore è deceduto all’età di 84 anni nella notte di domenica e oggi amici, colleghi di una vita e familiari potranno omaggiarlo per l’ultima volta. E’ stata allestita una camera ardente nella Sala della Promoteca al Campidoglio, alle 16.30 il feretro sarà spostato a Villa Borghese, nella Sala del cinema, nel teatro all’aperto Ettore Scola, dove si terrà una cerimonia laica. Sempre lì sarà proiettato alle 21.30 il film Fantozzi di Luciano Salce (1976). Poi Paolo farà il suo ultimo viaggio a Genova, sua città natale, dove sarà seppellito vicino al mare.
Una lunga commemorazione per un personaggio che ha fatto la storia della televisione italiana e non solo. Paolo Villaggio è stato uno degli attori più amati del paese, lo ricorda con affetto più di una generazione. Sarà lunghissima la fila di amici e persone che vorranno salutarlo. Uno dei primi ad arrivare è stato il ministro alla Culutra, Dario Franceschini, che ha detto:
“Un grande intellettuale. Naturalmente tutti noi lo ricordiamo per le interpretazioni di Fantozzi ma in realtà Villaggio è stato molte cose e si può definire veramente un grande intellettuale“. Ed è impossibile dargli torto.
E’ sono moltissime già le persone che dalle prime luci de mattino sono giunte al Campidoglio per omaggiare il grande Paolo Villaggio. La famiglia è attorniata in questo momento da tanto affetto, il figlio Pierfrancesco appena è arrivato, ha detto:
“Lui mi ha sempre detto: la vera sfortuna sarebbe morire durante i mondiali perché non mi si fila nessuno. Sapeva ironizzare anche su questo Paolo Villaggio, sulla sua morte, con la comicità e il cinismo provocatorio che lo hanno sempre contraddistinto. Come quando Le Iene in un’intervista in occasione dei suoi 80 anni gli chiesero: Bisogna prepararsi alla morte? “No, non ci penso neppure”, rispondeva. E come te la immagini? “Il nero assoluto. Tu ricordi il ventre materno? Ecco, la morte dev’essere come rientrare nel ventre materno“. Poi ha aggiunto: “Diceva spesso scherzando: se devo avere un funerale in chiesa, lo voglio a San Pietro. Tutto questo gli sarebbe piaciuto ne sarebbe felicissimo“. E, come il figlio, è impossibile evitare di ricordare Villaggio sorridendo, in virtù della sua grande ironia che l’ha reso un personaggio unico.