Si è spento Paolo Villaggio all’età di 84 anni. A dare l’annuncio della morte dell’attore genovese è stata la figlia che su Facebook ha pubblicato una foto in bianco e nero del padre scrivendo: “Ciao papà ora sei di nuovo libero di volare“. Il comico era ricoverato da qualche giorno in una clinica privata di Roma. Era noto a tutti per i personaggi Fantozzi e Fracchia, seppe raccontare bene l’italiano medio, ma a Napoli è conosciuto soprattutto per la parte del maestro Sperelli nel film “Io speriamo che me la cavo” diretto da Lina Wertmuller tratto dal celebre libro di Marcello D’Orta.
Le dichiarazioni dell’attore sono diventate un simbolo, molte le esagerazioni di Villaggio che lo misero nei guai. Definì ad esempio in questo modo i friuliani: ““I friulani, per motivi alcolici, non sono mai riusciti a esprimersi in italiano, parlano ancora una lingua fossile impressionante, hanno un alito come se al mattino avessero bevuto una tazza di m… e l’abitudine di ruttare violentemente” finendo davanti al giudice della Società Filologica Friuliana. In una ricerca personale lo scrittore napoletano Angelo Forgione, trovò sul canale Youtube dell’attore, un video in cui lo stesso esprimeva il proprio pensiero sul popolo partenopeo.
In un’intervista del 18 gennaio 2013 realizzata da un’emittente genovese durante la festa per i suoi 80 anni l’artista dichiarò: “Parlo di Roma o addirittura della “monnezza” di Napoli (traduzione: “quei cafoni napoletani”) mi dice “uh, uè, che piacere…”, a Genova tutti sono affettuosi ed educati, e dicono “scusi se la disturbo… tanti auguri“.