Un’altra pesante mazzata al tesoro del clan Mallardo, e in generale all’intera Alleanza di Secondigliano e al clan Contini in particolare, è stata assestata dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Napoli. Dopo i 14 milioni di beni e contanti sequestrati lo scorso 30 novembre nell’ambito dell’operazione che portò in carcere Anna Aieta, moglie del boss Francesco Mallardo, è stato eseguito in mattinata un decreto di sequestro preventivo dal valore complessivo di oltre 40 milioni di euro.
Al termine delle indagini condotte dalla Dda di Napoli, il Gico della Guardia di Finanza e gli agenti della Squadra Mobile di Napoli hanno sequestrato il cospicuo patrimonio societario e immobiliare del clan attivo soprattutto a Giugliano e provincia. Sigilli all’Hotel Stelle di Napoli situato nei pressi della stazione centrale di piazza Garibaldi e all’Hotel Sole di Verona. Sequestrate a gelateria Gelcom srl di Taranto, diverse ville tra Ischia e l’Abruzzo, abitazioni a Napoli e provincia, a Caserta e a Taranto. Decine infine i conti correnti.

Colpite le società collegate a Gaetano Esposito, finito ai domiciliari lo scorso novembre, e titolare di fatto di numerose imprese operanti prevalentemente nel settore immobiliare e, soprattutto, nel commercio di preziosi (nota a Napoli, sopratutto per i prezzi economici, la gioielleria Esposito al corso Meridionale, già sequestrata).
Dalle indagini sono emersi diversi episodi di riciclaggio di proventi illeciti derivanti dal clan Mallardo. Riciclaggio che oltre ad Esposito, è stato realizzato anche dai componenti del gruppo imprenditoriale costituito dalla famiglia Cozzolino. Ricostruita l’attività di una vasta rete aziendale e immobiliare gestita da Santolo Cozzolino e da alcuni suoi stretti familiari e collegata con la famiglia Esposito.

Gli investigatori sono arrivati alla famiglia Cozzolino grazie alle perquisizioni operate nel novembre scorso e al relativo sequestro della documentazione che riportava la contabilità dei movimenti tra gli Esposito e i Cozzolino. Le due famiglie potevano contare – sottolinea la procura – “su ingenti provviste di denaro, pari a decine di milioni di euro, tutte non tracciabili”. Denaro messo a disposizione del clan Mallardo per consentire l’attività di riciclaggio.
Dagli approfondimenti bancari e societari è poi emersa l’incredibile sproporzione tra i redditi dichiarati dagli appartenenti al gruppo Cozzolino e le loro patrimonialità. Quest’ultimi infatti risultano operativi in ben quattro settori grazie ai soldi messi a disposizione dai Mallardo:
- Settore alberghiero: i Cozzolino avevano la gestione di due hotel posizionati nei pressi della stazioni ferroviarie di Napoli e Verona.
- Settore tecnologico, telefonico e delle infrastrutture
- Settore della ristorazione grazie a società come la White Food srl che si approvvigionava di materie prime anche da altre aziende del clan Mallardo, già sequestrate nel novembre del 2006.