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Di Lauro e figli, storia di una famiglia criminale che ora punta al business pulito

Dieci figli maschi e una femmina, l’ultima arrivata a fine anni Novanta. La famiglia di Paolo Di Lauro, battezzato “Ciruzzo ‘o milionario” dal boss di Forcella Luigi Giuliano durante una partita di poker (per via delle banconote che a stento riusciva a trattenere nella tasche dei pantaloni), è di quelle tipiche napoletane del dopoguerra.

Un esercito di figli cresciuti in via Cupa dell’Arco a Secondigliano, quartier generale del potentissimo clan che nel giro di 30 anni ha fatto del business della droga la sua principale fonte di reddito. La maggior parte di loro ha proseguito e prosegue tutt’ora le attività economiche della famiglia che, nonostante arresti, faide interne e momenti di debolezza, ha accumulato una ricchezza tale che oggi renderebbe quasi superfluo e rischioso riprendere in mano le redini del traffico internazionale di stupefacenti e del controllo militare del territorio.

“Ciruzzo”, condannato a 29 anni di reclusione, oggi ha 63 anni e può contare all’esterno su cinque dei suoi dieci figli maschi. C’è chi è tornato in libertà dopo aver scontato la pena, come Vincenzo e Ciro. Chi, come Marco, è stato catturato dopo una latitanza di oltre 14 anni. Chi, come il più piccolo, Giuseppe, non ha avuto a che fare con la giustizia.

Ma andiamo con ordine e ricostruiamo, figlio per figlio, la lunga dinastia della famiglia Di Lauro.

COSIMO DI LAURO – E’ il primogenito del super boss. Ha 44 anni ed è attualmente detenuto al regime di 41 bis nel carcere di Cuneo. A lui il padre aveva affidato le redini del clan in virtù di una semplice regola di famiglia: “Comanda il figlio più grande in libertà, anche se latitante“. Cosimino però è il principale responsabile del declino del clan Di Lauro, avvenuto con la prima faida di Scampia e Secondigliano, tra il novembre del 2004 e il febbraio del 2005, e che vide il gruppo degli Scissionisti, guidati dagli ex colonnelli (in primis Raffaele Amato e Cesare Pagano) di “Ciruzzo ‘o milionario” ribellarsi alla gestione “scellerata” del clan ad opera del primogenito del boss. Fu arrestato il 21 gennaio del 2005 e condannato in via definitiva a 30 anni di reclusione, evitando in questi anni diversi ergastoli.

VINCENZO DI LAURO – Secondogenito del boss e della moglie Luisa D’Avanzo, oggi ha 42 anni. Arrestato una seconda volta nel marzo del 2007 per associazione a delinquere di stampo camorristico è stato scarcerato nel gennaio 2015 per fine pena. E’ ritenuto dagli investigatori quello che più si avvicina alla mentalità imprenditoriale del padre. Profilo basso. Quasi invisibile ma pronto a portare in porto la barca di famiglia. Oggi è un imprenditore che paga regolarmente le tasse e che non ha intenzione di essere nuovamente coinvolto nei traffici illeciti dell’area a nord di Napoli.

CIRO DI LAURO – Ha 39 anni e dopo essere stato arrestato per associazione mafiosa il 7 dicembre 2004, subito dopo lo scoppio della faida con gli Amato-Pagano, è stato scarcerato nel dicembre 2014, un mese prima di Vincenzo.

 

 

MARCO D LAURO – Il “fantasma” di Scampia ha 37 anni. Ricercato dal 7 dicembre 2004, “F4” è latitante da quasi 13 anni. Su di lui pende una condanna per associazione mafiosa mentre, al momento, sono cadute le accuse di omicidio. Marco è sicuramente uno dei figli più carismatici di Paolo Di Lauro. Simile a Vincenzo, di lui non si sa nulla da anni. Mai una parola sul suo conto in qualche intercettazione. Mai un pentito che ne abbia raccontato gli ultimi sviluppi. Nulla. Per gli investigatori potrebbe essersi trasferito nella sicura Dubai, rifugio scelto da tantissimi latitanti. Da lì starebbe continuando a gestire gli affari della famiglia, che vanta ricchezze in tutta Europa e non solo. Un patrimonio riciclato un poco alla volta.

AGGIORNAMENTO: Il 2 marzo 2019 Marco Di Lauro è stato arrestato in un appartamento di Chiaiano in seguito a un’operazione interforze. I dettagli – Pasta asciutta e pistacchi: l’ultimo pranzo di Marco Di Lauro, tradito da un omicidio passionale

NUNZIO DI LAURO – Oggi ha 32 anni ed è in carcere dopo l’arresto avvenuto il 28 febbraio 2008 per associazione a delinquere di stampo mafioso e altri reati.

 

 

SALVATORE DI LAURO – “Terremoto” è stato arrestato a inizio giugno 2017 dagli agenti della Squadra Mobile di Napoli e scarcerato dopo due settimane dal Riesame. Il 28 febbraio 2018 è nuovamente destinatario di un’ordinanza di custodia cautelare in carcere, emessa dal gip del Tribunale di Napoli al termine delle indagini coordinate dalla Direzione Distrettuale Antimafia, per associazione di tipo mafioso, associazione finalizzata al traffico di stupefacenti. Anche in questa circostanza il Tribunale delle Libertà dà ragione ai suoi avvocati. Ha 29 anni e già l’8 febbraio 2006 era finito in carcere e condannato a otto anni reclusione. E’ stato nuovamente arrestato il 20 giugno 2019 nell’ambito di un blitz contro le nuove attività del clan.

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ANTONIO DI LAURO – Classe ’91, ha 26 anni ed è stato condannato a 12 anni di reclusione per associazione a delinquere di stampo mafioso dopo l’arresto avvenuto il 21 dicembre del 2010.

RAFFAELE DI LAURO – Ha 22 anni ma è in carcere già da quattro. Il 12 giugno del 2013 è stato arrestato nel corso della terza faida di Scampia e Secondigliano. Quella che ha visto i rampolli dei Di Lauro sfidare la Vanella Grassi per poi allearsi con loro “grazie” alla mediazione del fratello latitante Marco. In quel periodo Raffaele, fresco 17enne, voleva bruciare la tappe e dare seguito alla sua carriera criminale. Fu redarguito e “chiuso in casa” dal fantasma di Scampia.

DOMENICO DI LAURO – E’ morto nel 2004 in un incidente motociclistico all’età di 17 anni. Dopo il ricovero al Policlinico, è spirato in seguito alle gravi lesioni riportate. Durante l’agonia in ospedale né la madre né i fratelli si sono fatti notare almeno in via ufficiale. Una voce popolare ma mai confermata infatti narra che “Ciruzzo”, latitante da qualche anno in quel periodo, gli fece visita travestito da monaco.

GIUSEPPE DI LAURO – E’ l’ultimo figlio maschio del super boss. Oggi ha quasi 20 anni e non ha avuto problemi con la giustizia.