Sono stati arrestati nel febbraio del 2015 nel Foggiano perché sorpresi a bordo della loro auto con circa venti chili di hashish. Claudio Auricchio, 39 anni, e Ciro Baldassi, 43 anni, erano due finanzieri, in servizio presso il Gruppo di Pronto Impiego A.T.P.I. (così detto dei Baschi Verdi) di Napoli, ritenuti dagli investigatori vicini al clan della Vanella Grassi.

Per loro trasportavano la droga alle organizzazioni criminali presenti nel nord della Puglia e partecipavano, soprattutto Auricchio, attivamente all’attività criminale dei “Girati” durante la terza faida di Scampia, andata in scena dal 2012 al 2014. I due militari, arrestati e condannati già a sei anni di reclusione e sospesi dal servizio nel 2015, sono tra i 27 destinatari dell’ordinanza di custodia cautelare, emessa dal Gip del tribunale di Napoli ed eseguita questa mattina dai poliziotti del Servizio Centrale Operativo e della Squadra Mobile di Napoli e dai finanzieri del Nucleo di Polizia Tributaria della Guardia di Finanza di Napoli – GICO – coordinati dalla Direzione Distrettuale Antimafia partenopea.
Dalle indagini è emerso il ruolo attivo da vero affiliato al clan del finanziere Claudio Auricchio che avrebbe favorito la latitanza di Antonio Mennetta, a capo all’epoca della Vanella Grassi durante la faida contro gli Abete-Abbinante-Notturno per il controllo delle piazze di spaccio a Scampia e Secondigliano. Secondo le testimonianze di diversi collaboratori di giustizia, fondamentali nelle indagini condotte dal pm anticamorra Maurizio De Marco e coordinate dal procuratore aggiunto Fillippo Beatrice, Auricchio, in carcere con l’accusa di associazione mafiosa, ha partecipato alla pianificazione e all’esecuzione materiale del tentato omicidio di Giovanni Esposito, detto ‘o muorto, cognato del boss Arcangelo Abbinante.
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IL PRIMO TENTATIVO FALLITO – Esposito all’epoca ricopriva un ruolo apicale all’interno delle famiglie di Secondigliano. La Vanella questo lo sapeva bene e aveva deciso di eliminarlo affidandosi in un primo momento al gruppo di fuoco dei Leonardi che il 4 luglio del 2012 fallì clamorosamente l’agguato. Esposito che si trovava in un centro abbronzate a Scampia, riuscì a trovare rifugio in un centro commerciale vicino facendo perdere le sue tracce. I sicari, in quattro a bordo di due scooter, incrociarono una pattuglia del commissariato locale. Ne nacque un inseguimento culminato con l’arresto in flagrante di due affiliati al gruppo Leonardi.
IL SECONDO TENTATIVO CON IL FINANZIERE – Dopo la spedizione fallimentare targata Leonardi, i “Girati” decisero di eseguire personalmente l’agguato avvalendosi della collaborazione “speciale” del finanziere infedele. Auricchio infatti – sempre secondo i racconti dei collaboratori di giustizia – simulò di avere un decreto di perquisizione presentandosi a casa di Giovanni Esposito. Il piano era quello di prelevarlo e consegnarlo poi al gruppo di fuoco del clan. Piano che fallì miseramente anche “grazie” al ruolo di una nipote della vittima che, preoccupata, tentò di chiamare addirittura la polizia mandando in fumo i programmi di Auricchio e di Antonio Mennetta.