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Strage di Miano: la rabbia dei parenti di Carlo Nappello

Sono stati uccisi nella strage di Miano, avvenuta sabato pomeriggio, un’esecuzione in piena regola che non ha lasciato alcun scampo. Ventiquattro colpi di pistola parlano da soli e rompono anche il silenzio più omertoso, l’agguato doveva essere portata a termine e un messaggio chiaro doveva esser inviato al clan Nappello. Gli inquirenti indagano su diverse piste che riconducono a una nuova faida tra clan nel’area Nord di Napoli. Infatti entrambi i Carlo Nappello, zio e nipote, sono stati ammazzati in un luogo simbolico, di fronte alle loro abitazioni, cuore dei loro affari.

DUPLICE OMICIDIO A MIANO: IL VIDEO DELL’AGGUATO

Il duplice omicidio ha lasciato un segno indelebile nella famiglia Nappello e diversi parenti delle vittime hanno sfogato la propria rabbia. C’è anche però chi ha voluto soltanto ricordare i due uomini morti pubblicando foto e frasi. La morte di Carlo, il ragazzo di 22 anni, ha devastato i familiari che, probabilmente spinti dalla rabbia, hanno riversato sui social l’odio e il dolore. A un utente che condanna la scelta di una vita malavitosa intrapresa dalla vittima e scrive: “Chi va per questi mari prende questi pesci” hanno risposto così: “Non vai per questi mari ma puoi sempre spegnerti come una candelina, bada a come parli“.

STRAGE DI MIANO, TORNA L’INCUBO FAIDA DI CAMORRA: ECCO CHI ERA CARLO NAPPELLO

I componenti della famiglia Nappello, dopo il duplice agguato, cercano vendetta e lo giurano scrivendolo anche sui social: “Come si fa ad accettare il mio sangue a terra, dovete passare un brutto guaio, dovete pagare tutto il male“. Nel frattempo si riaccende l’incubo di una nuova faida di camorra a Miano, una delle piazze di spaccio più redditizie dell’area nord della città. Un’esecuzione così plateale avvenuta proprio in pieno giorno spaventa molto i residenti della zona. Dopo il vuoto di potere lasciato dai pentimenti e dagli arresti che hanno devastato lo storico clan dei lo Russo (gruppo criminale operante nella zona di Miano), i Nappello (il cui ras Valerio Nappello era uno dei luogotenenti dei “Capitoni”) hanno forse tentato di far proseguire gli affari illeciti del vecchio sodalizio sul territorio incontrando, con grande probabilità, il dissenso di altre famiglie presenti in zona come il gruppo Stabile-Ferrara (operante nella zona Chiaiano-Marianella) e il potente clan dei Licciardi della Masseria Cardone.