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Caso Alitalia, a Capodichino rischio cassa integrazione per il 90% dei lavoratori Atitech

La consultazione referendaria ha deciso, i lavoratori di Alitalia sono stati chiari. “No” al piano di risanamento proposto dal governo e quindi strada aperta al commissariamento che ora dovrà valutare il rilancio, la vendita o (nella peggiore delle ipotesi) la liquidazione della compagnia aerea di bandiera italiana. La questione è molto delicata non solo dal punto di vista economico e finanziario, ma anche da quello sociale visto la mole di lavoratori che fanno parte dell’azienda.

Infatti, se l’Italia rischia di perdere competitività in Europa e nel mondo nel mercato aereo, sono migliaia le famiglie che rischierebbero gravi conseguenze derivanti da probabili licenziamenti e uscite in cassa integrazione di tanti dipendenti di Alitalia. Ma c’è un problema: la questione ha avuto grande rilevanza nazionale quasi dimenticando le tante realtà locali, rappresentate dai singoli aeroporti. E purtroppo Capodichino è uno di questi.

Le conseguenze dell'esito referendario che ha riguardato il futuro di Alitalia, si ripercuotono anche sull'aeroporto di Napoli. Problemi per ben 550 famiglie

Sulla questione si è mobilitato il sindacato UGL attraverso un comunicato diramato da Mario Mele (che fa parte del dipartimento regionale), il quale ha posto l’attenzione sui rischi che tale esito referendario avrà su circa il 90% dei lavoratori Atitech che sono impiegati nell’hub di Capodichino. La società, infatti, ha una capacità produttiva espressa per il 65% da attività di manutenzione svolta proprio per contro di Alitalia. Di conseguenza “il risultato di scelte, molto opinabili e fatte in altri luoghi e da altri lavoratori, per le maestranze lavoratori di Atitech, è catastrofico, e viene pienamente espresso in quelle che sono le scelte adottate in questi giorni dal management di Atitech“.

Le conseguenze peggiori? Ci saranno per almeno il 90% dei lavoratori Atitech che subiranno la cassa integrazione. “Coinvolte ben 550 famiglie – ha affermato Mario Esposito, Segretario RSA UGL di Atitech spa –  penalizzate da una scelta adottata dal management di Atitech che può essere capita ma non condivisa. La preoccupazione del Management, a seguito dei blocchi nei pagamenti per le manutenzioni sinora sviluppate e consegnate da Atitech ad Alitalia, hanno un importanza fondamentale per la sussistenza dell’azienda stessa, visto gli importi che si aggirano sui 4/5 milioni di euro. Soprattutto è la mancanza di certezza di espletare ulteriori manutenzioni della flotta nel breve periodo, nonostante l’esclusività del contratto delle manutenzioni per il medio raggio, a non rassicurare i lavoratori di Atitech“.

Il sindacato ricorda come i lavoratori di Atitech, nonostante la scelta di outsurcing dal perimetro Alitalia, hanno scelto con sacrificio di affrontare la sfida della Newco e del mercato della concorrenza nelle attività di manutenzione Aeromobili. L’UGL, in pratica, chiede per i lavoratori campani quelle garanzie stabilite da un precedente accordo ministeriale nel quale venne stabilito che la manutenzione del medio e lungo raggio su Napoli fosse effettuata in Atitech.

Si associa alla mobilitazione anche il Segretario regionale dell’UGL T.A.Pasquale Lione che ha dichiarato: “La Cigs per ristrutturazione aziendale cesserà agli inizi di luglio 2017, e non osiamo pensare quello che è lo scenario che si prospetterà per i lavoratori di Atitech. A tal fine invitiamo le istituzioni campane, il sindacato Nazionale e i Commissari di Alitalia, di considerare Atitech una ulteriore ed importante casella del domino di problemi che sta causando la vicenda Alitalia“.

In questa vertenza non devono esserci lavoratori di serie A e serie B – aggiunge Mario Meletutti hanno gli stessi diritti e la stessa dignità e i lavoratori di Atitech Spa di Napoli Capodichino stanno contribuendo dal 2009 con propri sacrifici salariali al rilancio dell’azienda di manutenzione e devono essere la priorità da aggiungere nella vertenza Alitalia che, tra l’altro, vede coinvolti non solo i dipendenti del vettore aereo ma anche un indotto di quasi 30000 lavoratori in tutti gli aeroporti italiani di cui oltre 1000 lavoratori nella nostra regione“.