Sabato mattina il lungomare di Napoli ha ospitato, in occasione del festival di Sky Arte, un’installazione dell’artista francese Jr, “Inside Out“, composta da due lunghe passerelle di fotografie di volti napoletani in bianco e nero, che partivano dall’altezza della pizzeria Sorbillo ed arrivavano all’ingresso del Centro Congressi della Federico II. Immagini raccolte giorni prima grazie al supporto di organizzazioni, scuole, centri sportivi e associazioni.
Un’installazione fatta di poster giganti, che lo staff dell’artista ha cominciato a incollare a partire dalle 3.00 del mattino di sabato. Tra i volti, c’era anche quello di Luigi De Magistris, era impossibile che il sindaco di Napoli non figurasse tra le facce dei napoletani, lui che è il primo cittadino e che ha sempre detto di sentirsi il rappresentante della “mentalità partenopea“. L’opera, legata al tema del festival di Sky Arte “Rigenerazione“, ha creato una lunga polemica.
La kermesse organizzata da Sky, con la moltitudine di eventi tenutisi in diversi quartieri cittadini, ha avuto un grande successo e una grossa partecipazione. Non si può dire lo stesso dell’opera “Inside Out”, che in poco tempo è diventata carta straccia. Di questo, su alcuni quotidiani, sono stati accusati i napoletani, giudicati incivili, perché colpevoli di aver distrutto dei poster incollati sull’asfalto. Quando, in realtà, era inevitabile che la carta calpestata, in poco tempo si disfacesse. Dunque, sarebbe convenuto pensarci prima di installarla, mettendo in conto di doverla smontare con gli stessi tempi record con cui è stata creata. E invece, le cose non sono andate proprio così.
E bastava camminare domenica pomeriggio sul lungomare di Napoli per rendersi conto della scarsa organizzazione (Vedi gallery). Sul web è nata una lunga diatriba che ha visto contrapporsi due schieramenti, uno che criticava aspramente e in modo erroneo i napoletani, perché unici colpevoli di quell’immondizia, incivili che non comprendono l’arte, un altro che attaccava i soliti giudizi disfattisti su Napoli e i suoi cittadini, c’è anche chi ha detto di aver visto alle ore 16.00 di sabato lo staff dell’artista rimuovere i poster e gettare le carte.
N’è nato un turbine di commenti, attacchi e discussioni infinite, che non sembrano centrare la questione. Così come gli inutili insulti contro il popolo napoletano, come se fosse l’unico e solo colpevole di tutte quelle cartacce per terra. Va detto, infatti, che la stessa opera è stata fatta a New York, a Times Square e, anche lì, le foto sono state calpestate dai passanti, chi si riconosceva negli scatti, portava via il suo poster. Cosa che è accaduta anche a Napoli, dove complice la pioggia e il fatto che la carta calpestata si rompe facilmente, dopo poche ore l’opera era divenuta un cumulo di immondizia.
E questo certamente non può essere colpa dei napoletani, come molti sostengono. Tuttalpiù, di chi aveva il compito di ripulire la strada, rimuovendo i pezzi di carta rimasti incollati sull’asfalto. Cosa che si sarebbe dovuta fare già sabato sera e che invece, a giudicare dalle foto scattate domenica, non è avvenuta. L’amministrazione comunale, che ha patrocinato l’evento e che ha accolto con entusiasmo questo genere di installazione, si sarebbe dovuta preoccupare maggiormente di restituire ai cittadini una strada pulita, invece, di farsi solo fotografare al fianco della propria gigantografia.