“Non sono nel periodo fertile“. Lo ha tranquillizzato così prima di avere un rapporto sessuale con un uomo della Napoli “bene” che dopo qualche mese però ha dovuto incassare la spiacevole notizia.
E’ la singolare storia – riportata dal Corriere del Mezzogiorno – che ha visto il professionista portare la donna in Tribunale dopo aver consumato un unico rapporto sessuale. L’uomo ha citato in giudizio per risarcimento danni la partner. E’ arrivato fino all’ultimo grado della giustizia italiana, la Cassazione, ma ha dovuto accettare la decisione negativa dei giudici.
Secondo la Cassazione “non è configurabile alcuna ipotesi di reato a carico della donna che `mente´ sui periodi `fertili´ in quanto potrebbe semmai integrarsi, se uno degli esecutori dell’atto sessuale ha costretto l’altro ad adottare o a non adottare mezzi che incidono su tale potenzialità procreativa, il reato di violenza privata” che però “si commette appunto con “violenza o minaccia”, e non con una eventuale menzogna”.
Mentire al partner o omettere di informarlo sul rischio di generare figli – osserva il Corriere -, non è un reato penale e nemmeno un illecito civile. “Una persona che è in grado di svolgere un atto sessuale completo, infatti, – afferma la sentenza 10906 depositata oggi – non può, alla luce del notorio, ignorare l’esistenza di mezzi contraccettivi, il cui reperimento e utilizzo sono di tale agevolezza che non possono non essere ascritti alla `ordinaria diligenza´ per chi, appunto, in quel determinato caso intende esclusivamente soddisfare un suo desiderio sessuale e non vuole invece avvalersi delle sue potenzialità generative”.
Oltre al danno, arriva anche la beffa. L’uomo è stato condannato a pagare anche le spese legali delle donna occasionale, circa 12 mila euro.