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Camorra, arrestato un imprenditore: ha favorito il clan Belforte

Usura, racket e influenze sugli appalti edili. Queste le accuse mosse dal tribunale di Santa Maria Capua Vetere nei confronti dell’imprenditore Angelo Pontillo. Contro quest’ultimo è stato eseguito un provvedimento di custodia cautelare in carcere da parte dei carabinieri di Caserta, coordinati dalla Dia napoletana (Direzione Investigativa Antimafia). Ordinato anche il sequestro di beni per un valore pari a 6 milioni di euro. Pontillo, imprenditore 56enne di Capodrise (Caserta), svolgeva le sue attività nel settore edile, nello specifico la sua azienda si occupava di produzione e trasporto di calcestruzzo. Gli inquirenti, nel corso delle loro indagini volte a colpire i patrimoni di origine mafiosa, hanno rivelato un vero e proprio sistema ideato da Pontillo per favorire il clan Belforte egemone sul territorio di Marcianise.

Pontillo era già noto alle forze dell’ordine, in quanto arrestato nel 2012 per usura a discapito di altri imprenditori e commercianti del casertano. Il “sistema Pontillo”, prevedeva prestiti in danaro con interessi che andavano dal 7% al 10%. Nel 2014, l’imprenditore è stato arrestato di nuovo, insieme ad altre 15 persone, per aver fornito sostegno e alle attività economiche e illecite del clan Belforte. In seguito l’autorità giudiziaria ha disposto nel 2015 un primo sequestro di beni nei confronti di Pontillo. Così il 30 maggio dell’anno successivo, il 56enne è stato condannato dal tribunale di Santa Maria Capua Vetere a 12 anni e 8 mesi di reclusione.

L’attività investigativa è stata lunga e complessa. Una svolta è stata possibile grazie alle intercettazioni e le dichiarazioni dei collaboratori di giustizia. Pontillo gestiva tutta la sua attività attraverso la propria società: la Co.Cem srl. L’imprenditore provvedeva a segnalare al clan Belforte i cantieri che venivano aperti sul territorio e consentire al sodalizio l’attività estorsiva; si occupava spesso dell’esecuzione del racket anche gonfiando i costi delle forniture, così da creare dei fondi neri da utilizzare per pagare il pizzo; organizzava gli incontri tra le vittime delle estorsioni e gli esponenti dell’organizzazione criminale.

Era talmente efficiente il “sistema Pontillo” che spesso erano gli stessi imprenditori a rivolgersi in maniera spontanea al 56enne e alla sue Spie del pizzo. L’autorità giudiziaria ha inoltre disposto il sequestro di:

  • quote di partecipazione relative a due imprese di Caserta operanti nel settore immobiliare;
  • 37 immobili nei comuni di Capodrise, Casapulla, Casera, Dragoni, Maddaloni e Orta di Atella;
  • 7 rapporti finanziari.

Il valore totale e approssimativo dei beni sottoposti a sequestro è di circa 6 milioni di euro.