Volevano vendicare l’onore del boss e le dicerie sulla presunta relazione della “sua” donna con un altro uomo. E’ partito così un meccanismo perverso che ha portato a tre tentati omicidi, tra cui quello di una donna, quella che aveva messo in giro le voci del tradimento, che al momento dell’agguato aveva in braccio il nipotino in fasce.
E’ quanto accaduto lo scorso 17 settembre nel rione Don Guanella, nel quartiere di Miano, a Napoli. Mario Russo, 34enne ras del clan Ciccarelli di Caviano (Napoli), ordina di uccidere il figlio della donna che aveva messo in giro le voci di un tradimento in realtà mai avvenuto in realtà. Perché “la camorra le donne non le tocca”.
L’agguato fallisce e porta “solo” a due ferimenti poiché tra il killer e la vittima si intromette la madre, Amalia Sepe, 47 anni, con in braccio il nipote in fasce. Uno dei due killer, a questo punto, strappa dalle braccia della donna il bimbo, con l’altro che esplode diversi colpi d’arma da fuoco che feriscono sia il figlio, Giuseppe Telese, 33 anni, che la signora Sepe. Entrambi restano feriti in modo non grave. L’uomo all’inguine e la madre all’addome.
Due giorni dopo, per ricomporre la frattura si decide l’eliminazione di uno degli uomini che avevano materialmente eseguito l’agguato, senza la necessaria autorizzazione del clan Ciccarelli. I boss infatti convincono Russo che, per ripristinare la situazione e non avere problemi anche con altri clan, è necessario sacrificare, e quindi uccidere, uno dei due killer. Il secondo progetto di omicidio, avvenuto a Caivano (Napoli) il 19 settembre, fallisce. All’agguato partecipa anche uno dei due sicari inviati da Russo nel rione Don Guanella ma la vittima, Nunzio Montesano, riesce a scampare alla morte e decide di iniziare collaborare con la giustizia.
È quanto emerge da una indagine dei carabinieri del nucleo Investigativo di Castello di Cisterna che questa mattina hanno dato esecuzione tra le province di Napoli e Caserta a un’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal GIP di Napoli a carico di 3 persone contigue al clan Ciccarelli, operante a Caivano e nei comuni limitrofi, ritenute responsabili dei tre tentati omicidi aggravati da finalità mafiose e di detenzione e porto illegale di armi da guerra, al termine delle indagini coordinate dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Napoli. Oltre al ras Mario Russo, sono finiti in carcere anche Emilio Russo, 26 anni, e Terenzio Lettucci Natale, 38enne originario di Caserta.
Un video estrapolato da un sistema di videosorveglianza, che è stato molto utile per le indagini, immortala uno degli arrestati, un 38enne che aveva partecipato sia al raid per difendere l’onore del suo capo che a quello per eliminare il suo complice nel ferimento della donna. Le telecamere lo riprendono mentre, pistola in pugno, entra in un bar di Caivano a minacciare clienti e titolare.
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