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Rione Sanità, clan Mauro in ascesa tra i vicoli di Totò

Si continua a sparare nel rione che diede i natali a Totò. Dopo la lunga scia di sangue provocata dalla faida tra i Vastarella e gli Esposito-Genidoni-Spina, nella Sanità i clan continuano a sfidarsi a colpi d’arma da fuoco nonostante la presenza costante delle forze dell’ordine.

Polizia, carabinieri, guardia di finanza e militari dell’esercito continuano a presidiare il Rione Sanità per buona parte della giornata, eccezion fatta per la notte dove, puntualmente, si sono verificati diversi raid a scopo intimidatorio.

L’ultimo ha visto quattro uomini a boro di due scooter di grossa cilindrata esplodere diversi colpi d’arma da fuoco in via Stella contro la sede di un’associazione culturale. Un episodio inquietante sul quale gli investigatori stanno provando a fare chiarezza. Perché prendere di mira un’associazione? Qual è il messaggio che hanno voluto mandare gli autori della stesa? Interrogativi che proveranno a risolvere gli uomini della Squadra Mobile della polizia, diretti dal primo dirigente Fausto Lamparelli.

Quel che però va sottolineato è l’ascesa di nuovi gruppi criminali organizzati che in passato hanno sempre mantenuto un ruolo marginale nella gestione degli affari illeciti nel Rione Sanità. Tra questi spicca quello dei Mauro, attivo nella zona dei Miracoli e negli ultimi anni protagonista di cambi di casacca degni dei più famosi ‘Girati’ della Vanella Grassi di Secondigliano.

I Mauro in passato erano legati proprio agli Esposito-Genidoni, così come ha rivelato una delle ultime relazioni della Direzione Investigativa Antimafia sulla criminalità organizzata a Napoli.

Secondo invece le ultime informative delle forze dell’ordine, il clan Mauro attualmente sarebbe in contrasto con i Savarese, egemoni della zona di via Cristallini, e di conseguenza con i Sequino, alleato di quest’ultimi. Guidati da “zio Ciro” Mauro, attualmente sarebbero legati al clan Vastarella grazie anche al lavoro di mediazione fatto negli scorsi anni dai Lo Russo, i ‘Capitoni’ di Miano, che fino a pochi mesi fa (prima dei pentimenti eccellenti scattati dopo i numerosi arresti che hanno colpito il clan) erano in guerra aperta con gli Esposito-Genidoni per assicurarsi quel corridoio della droga che è il Rione Sanità, capace di collegare l’area nord di Napoli con il centro della città.

Preziose in quest’ottica le dichiarazioni rilasciate ai magistrati della Direzione Distrettuale Antimafia dal pentito Mario Lo Russo e diffuse dai media nel giugno del 2016:

“Abbiamo rifornito Ciro Mauro dei Miracoli di 4-5 chili di droga. A Ciro Mauro ho anche dato due pistole. L’ho incontrai un paio di volte dopo essere stato scarcerato. Avevamo una vecchia amicizia maturata in cella. Fui ospite suo alla Sanità, bevemmo champagne e parlammo della situazione. Mi disse che si voleva rafforzare facendo guerra ai Savarese, voleva essere rifornito da noi di armi e droga, gli demmo una mano in questo senso”.

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