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Titò confessa: “Ho abusato dell’amichetta ma non ho ucciso Fortuna”

Svolta nel caso Fortuna Loffredo, dopo che il processo sul delitto è saltato per sciopero della Camera penale di Napoli, arriva l’incredibile rivelazione di Titò. Dopo aver parlato con il suo legale, l’avvocato Paolino Bonavita, Raimondo Caputo conosciuto appunto come Titò ha confessato.

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L’uomo accusato di omicidio e abusi sessuali è imputato nel processo di Fortuna, la piccola di 6 anni che precipitò nel vuoto tre anni fa nel parco Verde di Caivano. Una tragedia, da cui Titò ha voluto prendere le distanza, confessando sì le molestie ma non l’omicidio dopo le ripetute accuse della mamma della bambina, sua convivente, imputata nello stesso processo. “Dottò, ve lo ripeto. Sono un ladro, e qualche volta lo ammetto ho toccato l’amica del cuore di Fortuna. Lo facevo e lo sapevano in casa. Sia Marianna, la madre della bimba, che la nonna Angela Angelino. Lo sapevano e non dicevano niente, dottò” racconta in una lunga ammissione di colpa, dopo aver per lungo tempo di essere innocente “Non sono uno che guasta i piccirilli”.

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Poi ha continuato, raccontando al procuratore tutta la verità: “Vi dico la verità. Marianna ha ucciso nel 2013 il suo figlio più piccolo Antonio Giglio, anche lui caduto nel vuoto, perché secondo lei impediva la nostra convivenza, e allo stesso modo ha fatto con Fortuna perché odiava sua madre Mimma Guardato e voleva farle un dispetto. Non ho detto niente sulla morte del bambino per paura che lei mi denunciasse per le cose che facevo con la figlia più grande. Ma ora mi date la colpa di essere l’assassino di Fortuna. E non è vero. Quella mattina Marianna ha afferrato Fortuna per i piedi, graffiandola. L’ha sollevata e mentre la bambina cercava di liberarsi l’ha gettata via come un pezzo di carta sporca. Però, dottò, le è rimasta la scarpetta in mano, che ha lanciato via in direzione del ballatoio di una vicina, Rachele Di Domenico che, come avete accertato dalle intercettazioni, ha fatto sparire il sandaletto per non avere guai. Li sopra c’erano le impronte di Marianna”. Come riporta Il Mattino, Caputo ha chiesto di riesaminare le intercettazioni, a suo dire trascritte parzialmente, per coglierne il reale senso e comprendere di chi sia la colpa di questo delitto.

Marianna Fabozzi, madre di Fortuna e del piccolo Antonio Giglio (bambino morto in circostanze anomale, lanciato dallo stesso palazzo un anno prima della morte di Fortuna), è accusata di concorso per abusi sessuali commessi dal suo compagno sulle sue figlie, conscia di quello che accadeva non ne avrebbe mai impedito l’esecuzione.