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Mafia nigeriana in Campania, diversi arresti per traffico di droga e sfruttamento della prostituzione

Questa mattina i carabinieri hanno arrestato e trasportato presso il carcere di Santa Maria Capua Vetere, SecondiglianoArienzo, alcune persone tra cui: Musah Mohammed Lawuna e Williams Giyan ritenuti responsabili, a vario titolo, dei delitti di:

  • associazione di tipo mafioso denominata Eye Neo Black Movement ovvero Black Axe che fa parte di un più ampio sodalizio, costituita da una stabile struttura gerarchica, radicata in Nigeria e diffusa in diversi stati europei ed extraeuropei. I reati contestati all’organizzazione criminale sono: la commissione di delitti contro l’ordine pubblico, la persona ed il patrimonio. Le attività illecite i cui il clan è coinvolto sono: il traffico e lo spaccio di droga, lo sfruttamento della prostituzione, la tratta di esseri umani, la falsificazione di documenti;
  • tentata induzione alla prostituzione in concorso, aggravata dal metodo mafioso. Infatti, una donna nigeriana è stata costretta prostituirsi, sotto continue violenze, minacce, danneggiamenti, rapine e estorsioni.

In particolare, con tale ordinanza, il G.I.P. del Tribunale di Napoli ha accolto la richiesta del pm di emettere 22 provvedimenti di custodia cautelare nei confronti di altrettante persone (tra cui i 6 indagati in questione). Queste ultime sono gravemente indiziate, a vario titolo, di aver costituito un’associazione per delinquere  finalizzata alla detenzione e allo spaccio di sostanze stupefacenti, di rapine ed estorsioni e di reati commessi all’interno della comunità africana di Castel Volturno (CE). Tale ordinanza è stata eseguita dai Carabinieri della Stazione di Grazzanise il 5 aprile 2016.

Con lo stesso provvedimento, però, il G.I.P riteneva non sussistenti i delitti ex art. 416 bis c.p. (c.d. mafia nigeriana) e i delitti in in materia di favoreggiamento e sfruttamento della prostituzione. Avverso quest’ultima decisione del tribunale il PM ha fatto appello. In merito, il Tribunale del Riesame, condividendo le motivazioni dell’appello proposto da questo Ufficio, ha disposto nei confronti degli odierni indagati, la custodia cautelare in carcere, dove gli stessi già si trovano per ulteriori fatti delittuosi.